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Maurizio Cassano: niente ristori per bar e ristoranti

Non arriveranno i ristori per bar e ristoranti, perchè l'Unione Europea non lo vuole. Ne è convinto Maurizio Cassano un esperto di finanza internazionale che sta seguendo tra gli altri un distretto di imprese venete in Albania.

Maurizio Cassano è Dottore Commercialista e Revisore Dei Conti. Curatore fallimentare e liquidatore giudiziale, Consulente Tecnico del Giudice del Tribunale di Milano, vanta un’esperienza ultratrentennale nella consulenza fiscale, tributaria, societaria e amministrativa.

Le parole di Maurizio Cassano, esperto di finanza internazionale

Già Vicepresidente nazionale e Presidente per Milano e provincia di CONFLAVORO PMI, è fondatore e Presidente nazionale di ConfitaliaPMI, Associazione che rappresenta la cultura, la creatività e l’impegno imprenditoriale della Piccola e Media Impresa.

“L’Italia è una repubblica non più fondata sul lavoro ma sulla rendita.  Lo dico in base ad un’osservazione. La maggior parte della popolazione non lavora e vive di rendita. Eppure l’articolo 1 della Costituzione Italiana dice che il nostro Paese è fondato sul lavoro.

Tutta l’attività legislativa dovrebbe essere indirizzata a incrementate il lavoro. Però tale attività è indirizzata  a dissuadere la gente nel lavorare.

Il nostro Paese deve pensare ad un’attività di ripresa, dopo questa crisi devastante. Fortunatamente l’Italia, geograficamente, si colloca al centro del mediterraneo, quindi ha delle grosse opportunità.

L’economia futura per Maurizio Cassano

Tutto il bacino del Mediterraneo offre un prezzo per la manodopera veramente basso. Nei paesi come Albania, Tunisia, Marocco la manodopera si aggira intorno ai 250/300 € al mese.

In futuro le lavorazioni non saranno di tipo massivo. Quindi è auspicabile pensare di portare le lavorazioni ad alto livello di personale in quelle aree del Mediterraneo. L’Italia, invece, si deve specializzare nei lavori di scarsa intensità di persone ma ad alta tecnologia.

Questo porterebbe l’Italia ad un’evoluzione economica e ad avvantaggiarsi rispetto ad altri paesi europei. Quindi, il Covid-19 da grande disastro economico potrebbe essere una grande opportunità.

Le imprese italiane che si trasferiscono all’estero

Il tessuto industriale italiano è molto integrato. All’estero questo livello di integrazione non esiste. Spostare le lavorazioni massive in aree geografiche a basso costo di  manodopera, permette di competere con grandi paesi, come la Cina. Quindi di acquisire una fetta di  mercato che sarebbe difficile da afferrare con alti costi di manodopera, per lavorazioni ripetitive fatte in Italia.”

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