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Mascherine negli ospedali: il Ministro la toglie, Zaia la tiene

Non si teme più la pandemia da covid, ma in generale fanno paura le infezioni e la difficoltà a reperire antibiotici sempre efficaci. Per questo negli ospedali veneti si continuerà ad usare la mascherina anche se il ministro alla salute Schillaci ha tolto l'obbligo

Niente alleggerimento delle misure anti Covid dopo la decisione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di imporre le mascherine nel reparto malati fragili dal 1 maggio.

Le mascherine

Il Presidente della Giunta Regionale veneta, Luca Zaia, ha chiarito la politica restrittiva adottata dalla sua gestione almeno fino al 31 maggio. I dispositivi dovranno essere indossati in tutti gli spazi dell’ospedale al chiuso e si profila la prospettiva di tenere la misura ad oltranza.

Le parole del governatore del Veneto

“Non è fare allarmismo. Dico semplicemente che in ospedale si debba utilizzare la mascherina, visto e considerato che se vai, anche solo con un raffreddore, da una persona fragile o da un bimbo con una patologia pediatrica piuttosto che in altri reparti, quei pazienti non possono permettersi neanche un raffreddore.
Se qualcuno ancora non ha capito queste robe pazienza.”

“Quindi anche oltre questo mese?

“Personalmente sono convinto che gli ospedali siano luoghi di cura ed è giusto avere la massima tutela per chi è lì che comunque vive una sua fragilità temporanea e questo lo dobbiamo far capire.”

Le infezioni

A preoccupare Zaia non è tanto la pandemia da Covid che sembra ormai essere ampiamente sotto controllo, ma in generale le infezioni in un momento in cui si sta investendo poco nella produzione di antibiotici.

“Questo va oltre la pandemia, cioè qui non è che vogliamo tenere in piedi lo stato di agitazione però è pur vero che abbiamo capito la sfida del futuro sono combattere le infezioni ospedaliere e l’antibiotico a resistenza.
Queste sono due grandi sfide ed i cittadini devono capire che non si fanno queste scelte per rompere le scatole a qualcuno, ma si fanno a tutela dei nostri pazienti. Sono mediamente 9000 al giorno nei nostri ospedali.”

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