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Marco Bova: “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato”

L'ex casa di Felice Maniero a Campolongo Maggiore continua ad ospitare presentazioni di libro sulla mafia e in questi giorni Marco Bova ha raccontato il suo libro su Matteo Messina Denaro uscito prima dell'arresto dove ha profetizzato proprio la cattura del superlatitante

Marco Bova, giornalista e freelance, presenta il suo libro “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato. Magistratura, forze dell’ordine, massoneria: tutta la verità sulle piste affossate”. Il sindaco di Campolongo Maggiore (VE) Mattia Gastaldi ha partecipato all’intervista che era stata programmata prima dell’effettivo arresto del latitante.

Le parole di Mattia Gastaldi

“La presentazione è stata programmata ben prima della cattura del boss Matteo Messina Denaro. Programmata perchè grazie alla collaborazione delle nostre associazioni locali — mi piace ricordare Mondo di Carta, Libera, Avviso Pubblico che hanno aiutato e collaborato alla serata — avevamo, appunto, pianificato questa serata, abbiamo trovato molto interessante il testo di Marco Bova.

Il focus sulle indagini, parla Marco Bova

A differenza di tanti altri, Marco Bova non si concentra sul boss ma si concentra sulle indagini e infatti il libro parla proprio del ‘latitante di Stato’. “Latitante di Stato perchè, innanzitutto, se Matteo Messina Denaro oggi dovesse iniziare a parlare ci potrebbe raccontare dettagli sugli uomini dello Stato, sugli uomini delle istituzioni che sono a conoscenza di quello che è successo nella stagione stragista.

È latitante di Stato perchè se Matteo Messina Denaro è rimasto per trent’anni latitante è dovuto anche a una certa strategia fallimentare, risultata fallimentare nella caccia a Matteo Messina Denaro. Quindi lo Stato ha responsabilità in questa caccia fallimentare”.

Matteo Messina Denaro latitante: perchè?

Nel libro ci si interroga per 336 pagine se lo Stato non ha saputo o non ha voluto arrestare il boss per questi trent’anni. “A poco a poco, conoscendo e lavorando con una serie di investigatori che io chiamo ‘gli sconfitti della caccia a Matteo Messina Denaro’, ho scoperto che tutti quelli che si stavano avvicinando qualche metro più avanti venivano poi sbattuti fuori dalle indagini e alcuni di questi hanno passato anche delle conseguenze giudiziarie.

Abbiamo le armi spuntate pr indagare su chi è incensurato, chi soprattutto frequenta l’alta finanza. Ci sono due grandi nemici: il segreto bancario e i paradisi fiscali che hanno protetto la latitanza di Matteo Messina Denaro”.

La scena dell’arresto

Nel libro, che è stato, come già detto, scritto prima dell’arresto di Matteo Messina Denaro, l’autore descrive una scena immaginaria dell’arresto del boss mafioso. “Quando ho scritto il libro avevo la certezza che Matteo Messina Denaro sarebbe stato arrestato. Perchè conosco e ho conosciuto personalmente molti degli investigatori che gli hanno dato la caccia e avevo la certezza che prima o poi l’avrebbero arrestato. Quando è accaduto sono rimasto sconvolto, non credevo a nulla di ciò che mi veniva detto. Soprattutto perchè ho scoperto che Matteo Messina Denaro è stato arrestato a pochissime centinaia di metri da dove abito io

Io temo che non parlerà nelle vesti di collaboratore di giustizia, che è la forma che noi siamo più abituati a conoscere, temo che inizierà un ‘balletto di San Vito’ per dire qualcosa, poi fare un passo indietro. E questo potrebbe influenzare la politica nazionale in maniera dirompente”.

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