Raccomandata Espresso

La sicurezza inesistente dell’Italia

La sicurezza per strada non c’è più. Lo Stato non la garantisce.

Ormai sappiamo fin troppo bene di non poterci augurare delle tranquille passeggiate quando vogliamo stare all’aria aperta. La paura che qualche malintenzionato possa prenderci di mira è sempre in agguato. Clan mafiosi esteri o locali, ladri, rapinatori e tossici sono sempre lì, pronti a minacciare la nostra sicurezza. E questo lo si vede anche dai fatti: in centro a Mestre un giovane è stato rapinato e costretto a prelevare con il POS pur di essere derubato, un autista è stato picchiato senza pietà… insomma, questa tendenza a considerare che ogni giorno “andrà così” non ci consola per niente. Ci fa solo capire che l’Italia sta veramente iniziando un “brutto periodo” le cui testimonianze, volendole vedere, sono sotto gli occhi di tutti: basti pensare ai ragazzini minorenni a Napoli che sparano, senza casco, da motorini senza targa, quasi delle vere e proprie macchine da guerra. Sivori non vuole fare distinzioni razziali, perché il suo discorso va oltre: è una questione di “Stato”. Tutti quei farabutti che qui in Italia si permettono di agire illegalmente lo fanno proprio perché sanno di poterselo permettere, di poterla passare liscia o di poter rimanere in carcere con tutte le “comodità” delle disposizioni europee in fatto di trattamento dei detenuti. Se invece facessero la stessa cosa in Turchia o in qualche altro stato… finirebbero dritti in cella senza nemmeno battere ciglio, poco conterebbero le disposizioni dell’Europa. Ma da noi guai a far mancare qualcosa ai detenuti, perché in Italia ci devono essere solo cose belle. Se quindi lo Stato non garantisce nemmeno che i colpevoli scontino le pene prestabilite, figuriamoci se può garantire la sicurezza dei cittadini. Ma probabilmente, la cosa non ci è nuova già da tempo.

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