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Jesolo e Mestre, tra sparatoria e spaccio: la polizia risponde

Dopo le risse e i coltelli ora anche le sparatorie. E' un escalation di violenze quella che sta vivendo Jesolo, la piccola città di provincia che si trasforma nella capitale della movida dell'Adriatico in estate. Il sindaco getta acqua sul fuoco. A Mestre la polizia punta a prevenire chiudendo tre bar con clientela a rischio

Non c’è pace per Jesolo. Un colpo di arma da fuoco nella notte tra martedì 26 e mercoledì 27 luglio ha squarciato il silenzio di una tranquilla serata di vacanza davanti ad un locale in via Verdi.

Ora in ospedale c’è un uomo colpito al torace, anche se non in fin di vita. E’ piantonato dalla polizia e da lui gli investigatori attendono di ottenere particolari utili alla ricostruzione dell’episodio.

Lo spaccio a Jesolo causa una sparatoria

Gli agenti del commissariato locale stanno cercando due uomini, uno dei quali avrebbe sparato. L’episodio sembra inserirsi nel mondo dello spaccio e il movente potrebbe essere un regolamento di conti.

Christofer De Zotti, sindaco di Jesolo

“L’episodio di ieri purtroppo è molto grave. L’Amministrazione Comunale non lo sta assolutamente sottovalutando. Noi lasciamo che siano le forze dell’ordine a fare il loro lavoro di indagine in questo momento. Si tratta di un episodio circoscritto all’interno di determinati contesti. Va rilevato che Jesolo non è assolutamente fuori controllo, non siamo nella situazione di Far West. Ripeto, gli episodi sono gravi e nessuno sta sottovalutando la situazione, però riteniamo che il pronto intervento immediato da parte delle forze dell’ordine e una risposta puntuale sia un ulteriore sinonimo di sicurezza in città. Garantita anche dalla presenza effettiva e concreta da parte delle forze dell’ordine. Auspichiamo che nelle prossime ore si possa già arrivare a una risoluzione della questione e che passi il messaggio che Jesolo è una località tranquilla”.

L’uomo colpito ha cercato di allontanarsi dal luogo dell’attentato, ma è stato bloccato dalla polizia nei pressi del parco divertimenti Caribe Bay e poi soccorso dai sanitari del 118. Gli investigatori sperano di raccogliere elementi utili all’identificazione dei fuggitivi, attraverso le immagini delle telecamere.

Angelo Faloppa – presidente Confcommercio San Donà-Jesolo

“Questa è l’ennesima dimostrazione di come, in mancanza della certezza della pena, i delinquenti si sentano in qualche modo liberi di continuare a commettere reati. E’ un episodio e va commentato come tale, ma va in ogni caso condannato duramente, chiedendo alle forze dell’ordine di intervenire con la consueta puntualità e forza. Jesolo è una città sicura e deve continuare a fare di tutto per rimanerlo”.

Commento Alberto Teso – Delegato comunale Confcommercio Jesolo

“Questa è l’ennesima prova che la microcriminalità a Jesolo esiste e la si deve contrastare con mezzi, uomini e strumenti adeguati, senza cercare ogni anno di ricorre a palliativi quali la riduzione degli orari di attività degli esercizi commerciali o le ordinanza sindacali restrittive. Per combattere i criminali servono più forze dell’ordine”.

Pierfrancesco Contarini – Presidente Aja

“Quanto accaduto è da considerarsi episodico in una città che, durante il periodo estivo, diventa una metropoli, con tutte le problematiche da metropoli che ne conseguono. Jesolo continua ad essere una città sicura e adatta alle vacanze anche delle famiglie. Ora ci aspettiamo un’azione puntuale delle forze dell’ordine, com’è sempre stato, per individuare subito gli autori di questa condannabile vicenda. Per il periodo cruciale dell’estate, si auspica una ulteriore attenzione nei confronti di una città turisticamente importante come Jesolo, come peraltro le forze dell’ordine, e le autorità preposte, hanno sempre cercato di attuare”.

A Mestre chiuse tre attività per legami con lo spaccio

A Mestre, invece, la questura ha seguito le indicazioni anonime dei residenti della zona di via Piave. Ha chiuso tre bar indicati, a colpi di vernice sui muri, con frasi “qui si spaccia”, “covo di spacciatori” e “pusher”.

Il questore di Venezia Maurizio Masciopinto ha ordinato indagini che devono aver dato qualche esito. Se nel tardo pomeriggio di ieri, martedì, i residenti hanno visto arrivare una quarantina di agenti con la polizia scientifica che hanno chiuso la pizzeria “Heart” di Via Gozzi. Il bar “Il Girasole” di via Aleardi  e in via Piave, al civico 29 B il “Best Service”.

Sono stati chiusi in base dell’articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che prevede la sospensione dell’esercizio se è ritenuto in grado di alimentare la criminalità e costituire pericolo sociale. Nello sfondo non solo spaccio, i residenti denunciano anche tensioni, risse e ubriachezza molesta. LEGGI ANCHE: San Donà: chiusa hamburgeria abusiva in centro città

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