Economia e società

Fridays for future: gli studenti manifestano a Mestre

Un presidio a Mestre stamattina per discutere dei temi del cambiamento climatico e delle difficoltà della scuola

Anche Mestre stamattina dalle 8.30 è diventata punto di riferimento per gli studenti. Si è infatti tenuta la manifestazione “Fridays for future“, in linea con quanto è successo in tutto il resto del mondo. Lo scopo? I giovani si sono attivati in difesa dell’ambiente.

La mobilitazione è ispirata al movimento fondato dalla svedese Greta Thunberg, per chiedere ai governi un impegno forte nella riduzione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente.

Fridays for future

Al sesto “climate strike” hanno partecipato studenti delle scuole medie e superiori con un presidio a piazzale Cialdini, stazione centrale del trasporto pubblico locale.

I ragazzi, riuniti in piazzale Cialdini protestano per rivolgere l’attenzione su temi molto importanti riguardanti: la situazione attuale sanitaria, economica e ambientale.

La situazione scolastica  versa in uno stato di profonda crisi economica, i problemi principali denunciati dai giovani manifestanti sono: il precariato, spazi insufficienti, orari ridotti. Un’altra problematica denunciata dal corteo è il costo troppo elevato dei mezzi di trasporto pubblici.

Con il covid-19, spazi ed edifici scolastici, da sempre risultati inadeguati, ora con i nuovi contagi la situazione peggiora.

I ragazzi hanno protestato anche rispetto i cambiamenti climatici. Sconvolgimenti legati al clima e determinati da un inquinamento atmosferico che non va a diminuire.

Le parole degli studenti

Spiegano gli studenti: «Sarebbe stato necessario investire, in questi mesi, per avere più spazio a disposizione, edifici adeguati e assumere personale: invece ci troviamo a questo punto. Così ne risentono la didattica, l’educazione e il ruolo sociale della scuola».

A proposito degli spazi rivolti ai cittadini, i giovani spiegano che: “Da anni ripetiamo che a Mestre ci sono tanti luoghi ed edifici abbandonati che potrebbero e dovrebbero essere restituiti alla comunità.

Non abbiamo neanche un posto dove ritrovarci e discutere, e nel frattempo si insiste con un modello sbagliato di sviluppo della città: l’inceneritore di Marghera, grandi opere e speculazioni.”

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