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Fondi Pensione, interviene Paolo Stefan di Fondo Solidarietà

Paolo Stefan del Fondo Solidarietà ci parla della realtà dei Fondi Pensione.

Quando è cominciata la crisi bancaria molti hanno riposto la loro fiducia nei fondi pensione e trasferito risorse dalla banca a questi ultimi: discutiamo di questo con Paolo Stefan del Fondo Solidarietà. Questa corsa al trasferimento, secondo Stefan, è fuori luogo perché il versamento nel fondo ha uno scopo pensionistico e diverso da quello del versamento in una banca. Solidarietà Veneto è attiva da 26 anni e garantisce una stabilità dei rendimenti offerti e i loro buoni livelli. In uno scenario di tassi bassi, come quello attuale, si distingue per la salvaguardia dei patrimoni degli iscritti, secondo le idee dei padri fondatori che hanno immaginato uno scenario teso a preservare il patrimonio più che all’aggressività. Questa strategia ha riservato soddisfazioni e infatti quella di Solidarietà Veneto è una realtà in crescita, che conta 50.300 iscritti, 6 mila aziende associate, un patrimonio di 1 miliardo di Euro che cresce di 100 milioni l’anno. La crescita è stata abbastanza sostenuta negli ultimi anni, in controtendenza con l’ambiente complessivo dei fondi pensione che, invece, hanno perso a causa della crisi. Un aspetto attrattivo dei fondi pensione è che chi ha versato per anni e perde il proprio posto di lavoro può recuperare quello che ha versato, il versamento, infatti, si può sempre riscattare totalmente con interessi e vantaggi fiscali. I fondi pensione sono partiti 20 anni fa con la riforma pensionistica che ha introdotto il sistema contributivo e il loro scopo è quello di integrare la pensione pubblica dei lavoratori con una complementare. Lo sviluppo da allora è stato lento, ma si pensa a un incremento futuro favorito dalla “busta arancione” che informerà gli italiani rispetto alle loro aspettative pensionistiche INPS. Il Fondo Solidarietà si impegna anche a fornire informazioni agli aderenti e ai potenziali tali sulla lettura ponderata di questa informativa INPS. Il Fondo non ha scopo di lucro: c’è un consiglio di amministrazione, ma è esatta rappresentazione degli iscritti e non riceve compensi. Il profilo dei costi è ridotto, dato che i padroni del Fondo sono i soci. C’è, comunque, un nucleo centrale di 10 dipendenti, più altri 10 che lavorano nelle province; chi vuole contattare il Fondo deve prendere appuntamento sul sito e gli sportelli sono ospitati nelle sedi delle varie parti istitutive (Cisl, Uil, Confartigianato, CNA), quindi è un’ente senza costi di struttura, che si avvale anche della presenza fisica nelle aziende con sportelli periodici.

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