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Morta per l’amianto alla Fincantieri: risarcita

Morta di cancro dopo aver pulito per anni le tute da lavoro impregnate di fibre di amianto del marito. Riconosciuto un risarcimento.

Chiesto a Fincantieri mezzo milione di euro per risarcire la morte di una donna avvenuta nel 2015 causata dal tumore da amianto. Il marito aveva infatti lavorato per anni all’interno del cantiere navale di Marghera e fino al 1989 la donne ha lavato i teli di amianto forniti dall’azienda agli operai per evitare che si ustionassero nel corso dei lavori di saldatura.

La tragica vicenda è stata ricostruita dal tribunale di Venezia e si è conclusa con la condanna dell’azienda. La donna, all’epoca della morte sessantenne, ha perso la vita a causa del tristemente famoso mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro provocato dalle fibre di amianto.

Il mesotelioma è un tumore che ha un lunghissimo periodo di latenza e può comparire anche a distanza di 30/40 anni dall’esposizione all’amianto. Alcuni testimoni hanno raccontato che i teli utilizzati negli anni ’80 dagli addetti erano pieni di polvere quando venivano portati a casa e le mogli li ripulivano con il battipanni; i teli poi venivano lavati, asciugati e stirati.

In questo momento ci sono dunque altre donne preoccupate per il rischio che possano essere anche loro colpite dallo stesso tipo di tumore, come sta facendo anche lo stesso marito della donna.

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