La Voce della Città Metropolitana

Enzo Raise: quanto dobbiamo preoccuparci per il Coronavirus?

Quanto dobbiamo preoccuparci per il Coronavirus nei prossimi giorni? Abbiamo rivolto questa domanda ad un infettivologo che ha gestito per vent'anni il reparto di malattie infettive degli ospedali di Venezia e Mestre

Maria Stella Donà intervista il professor Enzo Raise, infettivologo e immunologo sul punto Coronavirus. Enzo Raise è stato per vent’anni primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Venezia.

Ad oggi il Coronavirus si presenta come un’infezione spesso asintomatica. Su cento persone che si ammalano, 80 hanno una forma simil influenzale che si risolve in pochi giorni. Delle venti persone rimaste, sedici possono avere delle complicanze polmonari guaribili, mentre quattro finiscono in rianimazione. Si tratta però comunque di pazienti con uno stato di salute precario, e sono soprattutto ultra settantenni. Per ora on Italia infatti sono stati colpiti gravemente quasi esclusivamente persone appartenenti a questa fascia, e anche in Cina, per quanto più numerosi, sono rari i casi di bambini e giovani con complicanze.

Diffusione del virus

Si è capito che si tratta di due focolai maggiori, uno a Codogno per un raggio di circa quindici chilometri, ed uno a Vo’, ed altri casi sporadici. La preoccupazione permane soprattutto per gli operatori sanitari, poiché a stretto contatto con gli infetti. Tra questi i più esposti sono gli operatori del pronto soccorso. A questo proposito si rinnova la richiesta ai pazienti di non recarsi immediatamente in Pronto Soccorso, ma solo in caso di febbre e tosse persistente dopo cinque giorni contattare il medico o il 118. Questo perché nel caso di effettivo contagio, si rischierebbe di infettare anche altri. I dati di infettività relativi al coronavirus sono comunque rassicuranti rispetto ad altre malattie come il morbillo. Ogni paziente può infatti infettare fino a tre altri.

Enzo Raise

Come riporta il dott. Enzo Raise, c’è un detto in infettologia: chi cerca trova. In Italia si sono effettuati un grandissimo numero di tamponi, che procedendo per anelli concentrici hanno permesso di trovare molti più pazienti positivi che in altri Paesi. L’operato italiano, comunque, avrà a lungo termine il vantaggio di aver limitato la situazione epidemica. Il Governatore Zaia ha in ogni caso sospeso i tamponi a tappeto, e si va verso la riapertura di scuole e luoghi d’aggregazione.

Per quanto riguarda la voce secondo cui il virus sarebbe stato presente già da Novembre, il dott. Raise si dice scettico. Si tratta infatti di una situazione epidemica che non sarebbe potuta passare inosservata.

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