Itinerari a Venezia

Cultura e vita di Venezia tra le storiche calli di Dorsoduro

Dorsoduro. Vita autentica, scorci pittoreschi e luoghi d’interesse in una Venezia tutta da scoprire. Ideale per che desidera evitare la folla, Dorsoduro resta una delle poche zone in cui potete respirare ancora l’aria veneziana.

Il sestiere di Dorsoduro, è uno dei sei sestieri che formano il centro storico di Venezia. Il sestiere comprende anche l’isola e il canale della Giudecca, e confina a nord con i sestieri di San Polo e Santa Croce. Collegato a San Marco tramite il ponte dell’Accademia, fu una delle prime zone ad essere colonizzata. Il nome deriverebbe dal fatto che la zona presentava un terreno più stabile, meno paludoso, rispetto ad altre aree (“dorso duro”), da qui la colonizzazione.

Con questo articolo intendiamo fornire una piccola guida attraverso il sestiere di Dorsoduro, uno dei luoghi che rendono unica Venezia. Consigliamo di partire da Piazzale Roma da cui girate a sinistra lungo la Fondamenta dei Tre Ponti (dove trovate appunto un curioso intreccio di tre ponti). Proseguite lungo il ponte dei Ragusei, calle Nova, ponte e calle del Forno fino ad arrivare a Campo Santa Margherita.

Campo Santa Margherita è uno dei campi più vivaci del sestiere: i caffè, le gelaterie, le bancarelle del pesce, è inoltre il principale luogo di ritrovo per gli studenti delle tre università veneziane. Attraversato il campo, proseguite verso Campo San Barnaba, direzione Accademia. Poco dopo il Ponte dei Pugni trovate ormeggiata la barca della frutta, piccolo mercato ortofrutticolo.

In Campo San Barnaba trovate numerose botteghe artigiane, la chiesa e piccoli bar. A pochi passi, sulla sinistra rispetto alla chiesa, incontrate Ca’ Rezzonico, uno dei pochi palazzi veneziani visitabili. Iniziato nel 1649 su progetto dell’architetto Baldassare Longhena, l’edificio fu acquistato dalla potente famiglia Rezzonico nel 1751. Venne acquistato dal Comune dopo l’estinzione della famiglia e destinato a museo. All’interno è ricreato l’ambiente di una prestigiosa dimora settecentesca, con mobili d’epoca, damaschi, velluti, opere di Canaletto, Tiepolo e preziosi lampadari a ciocche di Murano.

Da campo San Barnaba proseguite l’itinerario dritti sotto al Sotoportego del Casin dei Nobili e la Calle Toletta.Seguendo il canale che scorre sotto al ponte delle Maravege, a destra,  si presenta uno scorcio davvero pittoresco. Numerosi palazzi quattrocenteschi e la Chiesa di San Trovaso su un campo erboso. Accanto alla chiesa trovate ciò che rende caratteristico questo angolo di Venezia: il più antico squero, un cantiere per la fabbricazione e manutenzione delle gondole, unico ancora in funzione. Consigliamo di ammirarlo dalla fondamenta opposta rispetto alla chiesa. Se invece dopo il ponte andate a destra e imboccate calle Contarini Corfù arriverete davanti alle Gallerie dell’Accademia.

Le Gallerie dell’Accademia espongono la più ricca collezione della scuola veneziana, dalle trecentesche tavole di Paolo e Lorenzo Veneziano, ai vedutisti del 1700 e Tiepolo, passando per Bellini, Giorgione, Tiziano, Tintoretto e VeroneseUscendo dalle Gallerie continuate lungo Rio Terà Foscarini, sul lato destro dell’edificio. Da qui vi attendono pace e tranquillità, tra ponti, canali, la Collezione Cini e la Collezione Peggy Guggenheim.

Dopo aver attraversato dedali di canali e calli, si arriva alla Chiesa della Salute, una delle migliori espressioni di architettura barocca a Venezia. La sua costruzione è dovuta al voto fatto dai cittadini alla Madonna per liberare Venezia dalla peste del 1630. Il sestiere termina con l’imponente edificio che era la Dogana da Mar, oggi Punta della Dogana, sede del Centro di Arte Contemporanea della Fondazione François Pinault. Dopo il grandioso restauro dell’architetto giapponese Tadao Ando nel 2009, oggi Punta della Dogana ospita numerose mostre contemporanee. 

Da qui potete ammirare una splendida vista del Bacino di San Marco, l’Isola di San Giorgio Maggiore, e dell’isola della Giudecca dove sorgono la Chiesa del Redentore, e il Molino Stucky, sede dell’Hilton Hotel.

Virginia Gostissa

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