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Donne operate al seno – la forza in passerella

La sfida di 42 donne malate di tumore al seno che sabato sfileranno come provette modelle ad Asolo. È "La forza in Passerella" evento promosso dall’associazione “Un giro in Piazza” e dall'Ospedale “Giovanni XXIII°” di Monastier per dimostrare come, anche grazie alla diagnosi precoce, sia possibile vincere questa terribile malattia, senza perdere la propria femminilità

A piedi nudi in passerella. Quarantadue donne di diverse età, dai 28 ai 73 anni, porteranno in scena tutta la loro femminilità nella terza edizione de “La Forza in Passerella”. L’evento si terrà sabato 14 maggio alle 20.30 al Teatro Eleonora Duse di Asolo. Si tratta di donne operate di tumore al seno. Fanno parte delle associazioni Achea Rosa, Cafè Coraggio, LILT Stella Polare, e Trifoglio Rosa di Mestre.

“Questa sera è una serata particolare. Con modelle particolari, con donne speciali. Tutte loro hanno incontrato la malattia del tumore al seno”.

Michela Bardi, Cafè Coraggio e Referente Modelle

“Siamo 42 donne che vogliamo testimoniare, che se anche la malattia ci ha tolto qualcosa, non ci ha tolto la nostra femminilità”.

L’evento è organizzato dall’Associazione Un Giro In Piazza, e dal presidio ospedaliero Giovanni XXIII di Monastier. Ed è un appuntamento periodico itinerante per dimostrare tutto il coraggio e la forza che le donne operate al seno possono avere nonostante la malattia.

Romina Boarolo, Modella – La Forza In Passerella

“E’ stata dura. Anche perchè il mio tumore è un po’ particolare. E’ un triplo negativo. E quando me l’hanno scoperto era già al terzo stadio avanzato. Sono stata fortunata perchè mi hanno curato in maniera rapida e veloce, in piena pandemia. Non è stato facile, perchè ti cambia la vita. Non sei più quella di prima, anche se cerchi con tutte le forze di andare avanti. Non è facile”.

Bernardino Spalviero, radiologo – senologo – Ospedale Monastier

“Il tumore delle mammelle riguarda una donna su otto. Di quelle che sviluppano la malattia, purtroppo, due su dieci non ce la fanno. Impone un controllo alle donne che stanno bene. Devono controllare loro stesse la loro salute. Perché si può curare e guarire quasi sempre, basta trovarlo in tempo utile.

Oggi abbiamo a disposizione tecnologie straordinarie, terapie straordinarie che un tempo non c’erano. E interventi chirurgici sempre più limitati e sempre più ‘gentili’ anche nei confronti delle donne, cui risparmiano molto spesso dei linfonodi ascellari.

Quindi la mia insistenza è dovuta anche al fatto che con la pandemia i dati pubblicati da cittadinanza attiva qualche giorno fa ci dicono che il tempo d’attesa per avere una mammografia è di due anni. E l’invito alle donne è di farsi controllare comunque”.

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