La Voce della Città Metropolitana

Daniele Minotto: la situazione degli albergatori veneziani

Daniele Minotto a La Voce della Città Metropolitana fa il punto sulla situazione degli albergatori veneziani e ha buone speranze per il futuro

Ospite a La Voce della Città Metropolitana di Maria Stella Donà il vicedirettore della Ava, Daniele Minotto. Un nuovo volto che ci racconta del mondo degli albergatori che è fondamentale per la ripresa. Proprio di questo ultimo fine settimana è la notizia che sono stati riaperti i collegamenti con gli USA e il G20 sta riempiendo gli alberghi.

Daniele Minotto, la città è vuota o piena?

“La città vede molte persone circolare: escursionisti che vengono a passare una giornata a Venezia. In questo ultimo mese, da quando sono iniziate le riaperture, abbiamo visto una ripartenza di richieste perché si è potuto tornare a viaggiare. Il 60% delle strutture però lavora molto durante il fine settimana.

Vogliamo comunque vedere questo fatto in senso positivo: dall’acqua alta del 2019 stiamo vedendo una fase di crescita. Speriamo di riuscire ad andare avanti senza intoppi di altre chiusure fino al carnevale del 2022 quando Venezia tornerà a vedere un numero sufficiente di turisti per le strutture alberghiere e ricettive in generale”.

Rispetto al pre-covid a che punto siamo?

“Durante i fine settimana abbiamo un picco di aperture del 60% su tutto il comune di Venezia. La parte di terraferma, ovvero Mestre, soffre un po’ di più un rallentamento nelle aperture mentre nella città storica stiamo crescendo. Per la metà di luglio contiamo di arrivare a un 70% di strutture aperte e crescere fino all’80/90% con la Mostra del Cinema a settembre”.

Verso fine mese dovrebbe ripartire il collegamento con Atlanta

“Gli americani sono il nostro mercato preferito perché è quello che ha la capacità di spesa maggiore e quindi una presenza importante, circa il 25% del fatturato delle strutture alberghiere.

Viviamo con una difficoltà per la mancanza di collegamenti con quella che è la parte più a Nord del Canada. Infatti finché non ripartirà la croceristica il Canada e la Francia non avranno ruoli nel 2021”.

Comunque c’è anche un collegamento con Dubai

“Diciamo che tutto quello che è fuori Italia e Europa è il benvenuto. L’86% dei nostri ospiti sono stranieri, solo il 14% è turismo domestico che l’anno scorso è stato preponderante: abbiamo avuto il 60% di presenze di italiani, cosa mai accaduta. Tutte le riaperture e le incertezze delle quarantene saranno vincoli che, una volta rimossi, saranno utili per far ripartire il mercato veneziano”.

Il G20 ha riempito gli alberghi veneziani?

“Noi lo vediamo come un’opportunità di visibilità della città in tutto il mondo. Questo perché ci sarà tutto il mondo collegato e quindi mostrare una città efficiente aiuterà a far arrivare molti turisti che oggi hanno delle perplessità nel visitare Venezia.

Gli ospiti del G20 hanno portato sicuramente tutti quelli che sono i servizi legati all’evento come giornalisti o sicurezza, come il Salone Nautico.

Tutti gli eventi che diventano particolari di Venezia, servono anche ad avvicinare l’utenza domestica che potrebbe venire in un altro momento in occasione di un evento importante. Anche se tutto avviene in scala ridotta, comunque ha un effetto benefico sulla città”.

Quindi non sono tanto gli alberghi che riempiono in questo momento, ma quelli che riempianno in futuro grazie a questa gerande eco mondiale del G20, giusto?

Assolutamente sì. Infatti ci siamo impegnati, come tutte le categorie, in un incontro organizzato dall’Amministrazione col Prefetto. Vogliamo garantire i migliori servizi ed eliminare ogni tipo di polemica. Anche se questo sarebbe inutile, perché un evento di questa portata, con tutte le necessità di sicurezza che devono essere poste, porterà dei disagi in città.

Dobbiamo fare tutti l’impossibile, cittadini ed operatori economici, per dare alla città un’immagine che vuole vedere tornare degli ospiti e che quindi è pronta ad accogliere. Non a fare delle polemiche inutili. Queste non servirebbero a nulla, se non a danneggiare ulteriormente la nostra città.

Daniele Minotto, quindi voi ringraziate la security, che ha deciso di tenere aperta mezza città?

Certamente. Anche perché contiamo che ci saranno sempre manifestazioni, come accade normalmente nei vertici di questo tipo. In questo momento, fare un investimento e una riduzione delle possibilità di movimento è sicuramente utile a dare un’immagine che, se si organizzano degli eventi nella città di Venezia, va bene. Quindi si può anche scegliere di fare ulteriori eventi che porteranno sicuramente turisti, operatori economici e attenzione alla nostra città.

Il percorso per tornare alla normalità operativa purtroppo non sarà breve perché comunque noi contiamo di tornare a vedere dei numeri. Nella migliore delle ipotesi, accadrà con il carnevale del 2022. Dopodiché, ci vorranno 2 o 3 anni per tornare a fare i numeri. Anche in termini economici di fatturato, che erano quelli del 2019.

Nel frattempo sono diminuiti gli albergatori che erano in affitto e sono aumentati quelli che invece hanno acquistato?

Non esistono degli alberghi che hanno potuto fare dell’utile. Ci sono strutture che sono state comprate, che sono cambiate in termini di gestione e di cambio di proprietà. Alcuni edifici sono anche diventati nuovi hotel. Una cosa è certa: la nostra città tornerà ad essere un’ attrattiva turistica.

Sono singoli proprietari che acquistano e prendono in gestione o sono grandi multinazionali o grandi gruppi, i quali tendono a non pagare le tasse nel Paese in cui aprono un’attività?

Noi abbiamo tutte le casistiche possibili in questo momento. Abbiamo sia imprenditori locali, che hanno aumentato il business aprendo delle altre strutture magari minori, sia altre strutture che hanno fatto investimenti molto importanti.

Ormai, quando parliamo di investimenti di decine di milioni di euro è molto probabile che accada che siano dei fondi d’investimento dove possono esserci banche sia italiane che straniere.

Quindi c’è un po’ di tutto in questo momento in base alle dimensioni dell’investimento che viene fatto. Ci sono anche gruppi italiani che hanno continuato ad investire nella nostra città e stanno continuando a monitorare le opportunità.

Daniele Minotto, quindi l’AVA vede rosa?

“Noi vediamo l’aspetto positivo perché siamo certi di non essere una destinazione che una volta che si è fermata non riprenderà mai. Gli investimenti che ci sono ci rafforzano nella convinzione che comunque Venezia ripartirà. Parliamo almeno di qualche mese. Diciamo un po’ come è stato il Carnevale dopo l’acqua alta.

Abbiamo rivisto i numeri da novembre, poi li abbiamo rivisti a febbraio con una risalita al 90%. Non con valori elevati di vendita delle stanze, ma c’era comunque un movimento importante. In questo momento stiamo rivedendo un’interesse.

Di sicuro la riapertura dei voli dagli USA porterà a far venire statunitensi, quindi tutti quelli che possono essere i mercati collegati su quelle rotte, a Venezia. Oggi non c’è un problema di errori imprenditoriali nella gestione delle strutture o delle città. Siamo stati interdetti al movimento e di conseguenza non potevano arrivare le persone” ha concluso Daniele Minotto.

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