Cultura e Spettacolo

Sciopero contro Cristiano Ronaldo, e il Milan passa nelle mani di Elliott

Il Sindacato di Base della FCA di Melfi ha indetto uno sciopero contro l’ingaggio di Cristiano Ronaldo, mentre il Milan è passato ufficialmente a Elliott.

Non tutti hanno preso bene il passaggio di Cristiano Ronaldo alla Juve: oltre a scatenare l’invidia dei tifosi avversari, ha fatto indignare un sindacato della FCA di Melfi: «E mentre gli operai e le loro famiglie stringono sempre più la cinghia la proprietà decide di investire su un’unica risorsa umana tantissimi soldi! È giusto tutto questo? E’ normale che una sola persona guadagni milioni e migliaia di famiglie non arrivino alla metà del mese?», proclama il comunicato dell’Unione Sindacale di Base che ha indetto uno sciopero di due giorni per protestare contro l’affare CR7.

Il talento portoghese, come noto, guadagnerà 30 milioni di euro l’anno (pagando pochissime tasse) a fronte delle poche centinaia di euro destinate agli operai che stanno vivendo una situazione di crisi con oltre 1500 esuberi e contratti di solidarietà.

«Siamo tutti dipendenti dello stesso padrone ma mai come in questo momento di enorme difficoltà sociale questa disparità di trattamento non può e non deve essere accettata», prosegue la nota dell’USB aggiungendo che gli operai Fiat hanno fatto la fortuna della proprietà torinese per almeno tre generazioni, ricevendo in cambio soltanto una vita di miseria.

Intanto Elliott è il nuovo padrone del Milan: come previsto Yonghong Li non ha rimborsato i 32 milioni di euro che il fondo d’investimento statunitense aveva anticipato due settimane fa per un aumento di capitale, sancendo di fatto il passaggio di proprietà. La gestione sarà affidata alla Project RedBlack, la società lussemburghese creata ad hoc per controllare e finanziare il mercato del club rossonero.

Si sblocca così la situazione di stallo ed incertezza che durava da mesi, complicata dalla sentenza Uefa (QUI le motivazioni) che ha escluso il Milan dalle coppe europee per una stagione, causa violazione del Fair play finanziario.

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