Economia e società

Confcommercio, Faloppa: fusione per salvare i Comuni nel post Covid19

Uno studio di Confcommercio evidenzia i notevoli vantaggi. A livello statale si otterrebbe la soglia massima di contributo che è pari a 2 milioni di euro all’anno per 10 anni, per un totale di 20 milioni di euro.

“Si dice che nulla sarà come prima, che ci troveremo ad affrontare una grave crisi economica e checambieranno i nostri modi di fare. Ebbene, cosa si può cambiare? Lavorando per la fusione tra i Comuni come una delle soluzioni per tagliare i costi e salvare i nostri territori”. Ne è convinta Confcommercio San Donà – Jesolo, sulla base dei dati emersi da uno studio specifico sul tema. Va ricordato che la fusione tra Comuni è peraltro già prevista dalla Costituzione (articolo 133). “Senza che questo – sottolinea il presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo, Angelo Faloppa – vada in qualche modo a intaccare l’importante aspetto storico e culturale di ogni singola realtà”.

Confcommercio

Per vicinanza, come esempio, prendiamo in considerazione il nostro territorio con qualche numero emerso dallo studio della Fondazione Think Tank Nord Est. I vantaggi dei trasferimenti previsti dall’erario in caso di fusione tra i comuni di San Donà di Piave (42mila abitanti), Musile (11.500), Noventa (7mila) e Fossalta di Piave (4200).

A livello statale si otterrebbe la soglia massima di contributo che è pari a 2 milioni di euro all’anno per 10 anni, per un totale di 20 milioni di euro. A questo consistente contributo si aggiungerebbe quello regionale (più modesto), ma anche in questo caso si otterrebbe la soglia massima, che è pari a 350 mila euro per il primo anno, 245 mila euro per il secondo anno e 175 mila euro per il terzo anno, per un totale di 770 mila euro.

La fusione dei comuni

“Una somma impressionante, soprattutto in un gravissimo momento di difficoltà economica in cui ci troviamo”, sottolinea l’avvocato Alberto Teso, delegato comunale di Jesolo. “Qualche esempio di “risparmio” ipotizzando la sola fusione tra San Donà e Musile”, continua Teso. Eliminazione di una giunta e di un consiglio comunale (-90mila euro); ufficio unico di segreteria (-160mila euro); accorpamento delle varie unità operative, come servizi sociali, anagrafe e ragioneria (-320mila euro); unico comandante Polizia locale (-70mila); unici, poi, diventerebbero, ad esempio, magazzino comunale, protezione civile, Polizia locale; verrebbero meno partecipazioni a società, salterebbero molti posti (e relativi gettoni) nei vari consigli di amministrazione. Ed alcuni spazi strutturali rimasti liberi, potrebbero essere trasformati in strutture per anziani, sempre più necessari, dato l’invecchiamento della popolazione. Va precisato che quelli relativi al personale dirigente dei Comuni sono risparmi che si realizzano nel medio periodo, non immediatamente (in pratica non viene licenziano nessuno, ma non si riassumono nel momento in cui andranno in quiescienza).

Spese amministrative

Secondo uno studio dell’Università degli Studi Roma Tre, dal titolo “La riduzione del numero dei Comuni”, nei Comuni piccoli la percentuale delle spese per le funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo è assai prossima alla soglia del 50 per cento. Una indagine di Confcommercio e Legambiente, poi, ha ordinato l’universo degli 7904 Comuni italiani, che presentano caratteri di disagio insediativi più preoccupanti sono quelli con popolazione inferiore a 10mila abitanti, soglia appena superata da Musile e molto lontana per Fossalta e Noventa di Piave.

“Dal punto di vista storico, culturale e persino urbanistico – spiega ancora Faloppa sulla base delle risultanze dello studio – Musile, San Donà, Noventa e Fossalta sono una entità unica: un solo consiglio comunale potrebbe essere sufficiente per amministrare una città di circa 65mila abitanti. I dirigenti delle varie unità operative che si libererebbero potrebbero essere utili ad aumentare i servizi, per diminuire i tempi burocratici e dare quelle celeri risposte ai cittadini ed alle imprese. Le procedure vanno conformate: non è possibile, per esempio, che da una sponda all’altra del Piave una pratica edilizia abbia requisiti diversi. Un unico centro decisionale supererebbe in un attimo tutte le difficoltà di concertazione su cui ci si è accapigliati negli ultimi anni. Basta invocare al campanilismo, molto sentito dai nostri nonni, ma per nulla ai nostri giovani, sempre più abituati a confrontarsi con il mondo, senza barriere, o alla pseudo vicinanza ai cittadini.

I cittadini e le imprese non riusciranno più a pagare i costi di amministrazioni così polverizzate, non possiamo più vivere facendo i conti con le emergenze. Dobbiamo essere lungimiranti, gettare ora le basi per programmare il futuro dei nostri figli e nipoti.

In questo momento storico per il nostro territorio ed il Paese tutto, va seriamente colta questa occasione – conclude Faloppa – e come Confcommercio siamo pronti a fare la nostra parte in questo percorso”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Disattiva AdBlock per sostenerci

Televenezia ogni giorno mette a disposizione informazioni e contenuti gratuiti. La libertà d'informazione deve essere sostenuta e Televenezia lo fa anche grazie ai banner pubblicitari. Sostienici e disattiva AdBlock