Cinema in Polesine, una fotografia del territorio
La mostra Cinema in Polesine, curata da Silvia Nonnato e allestita a Palazzo Cordella di Adria, racconta questo legame indissolubile. Un legame esplorato attraverso materiali documentari, locandine, fotografie e video. Così il territorio polesano ha giocato un ruolo chiave nella creazione di numerosi capolavori del cinema italiano.
Promossa dall’Associazione Polesine Terre Emersa e sostenuta dall’amministrazione comunale di Adria, l’esposizione celebra film iconici che hanno fatto la storia del cinema, partendo da Ossessione (1943) di Luchino Visconti. Questo film segna la nascita del Neorealismo italiano e venne girato proprio sulle rive del Po, confermando il Polesine come un set naturale perfetto per narrazioni intense e realistiche.
Anche Michelangelo Antonioni, con il suo documentario Gente del Po (1947), ha immortalato la vita del fiume e delle persone che ne dipendono, donando una visione autentica e poetica del territorio.
Tra horror e futuro
Tra i registi che hanno scelto il Polesine come scenografia vi è anche Pupi Avati, che con il suo La casa dalle finestre che ridono (1976) ha girato uno degli horror più celebri del cinema italiano, sfruttando l’atmosfera enigmatica della zona.
La mostra è stata inaugurata alla presenza di personalità illustri come Elisabetta Antonioni, nipote del regista, e lo scenografo Emanuele Taglietti. L’evento, oltre a celebrare il passato, guarda anche al futuro. Prevede, infatti, laboratori dedicati agli studenti delle scuole del territorio, per avvicinare le nuove generazioni alla storia cinematografica del Polesine.
Un’occasione unica per riscoprire il fascino di un territorio che ha contribuito a rendere immortali pellicole straordinarie.
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