Cesare Battisti è arrivato a Roma e lo attende il carcere duro ad Oristano. Nel veneziano la famiglia Sabbadin ora cerca finalmente di trovare la pace dopo 40 anni di sofferenza
Cesare Battisti è arrivato in Italia stamane dalla Bolivia dove è stato arrestato sabato pomeriggio e a Santa Maria di Sala la famiglia del macellaio Lino Sabbadin troverà finalmente un po’ di pace.
“Oggi non provo odio né vendetta, solo gioia per mio padre” ha dichiarato il figlio Adriano Sabbadin. Battisti è sbarcato alle 11. 37 a Ciampino e ad attenderlo all’aeroporto c’erano i ministri Salvini e Bonafede. “Spero di non incontrarlo da vicino» ha detto il ministro dell’Interno”.
All’arrivo è preso in consegna dagli uomini del Gom, andrà ad Oristano e non Rebibbia. Per lui sono previsti 6 mesi di isolamento diurno: sarà collocato nel circuito di alta sicurezza riservato ai terroristi. Circondato dagli agenti dei reparti speciali, l’ex terrorista ha rivolto una sorta di sorriso a telecamere e fotografi che hanno immortalato il momento dell’arrivo. «Ora so che andrò in prigione», ha detto ai funzionari dell’Antiterrorismo che lo hanno accolto.
Lino Sabbadin fu ucciso nel 1979 dal commando dei Proletari armati per il comunismo. Fu un esecuzione organizzata da battisti, anche se non ha partecipato all’esecuzione. La colpa di Lino è di aver reagito e sparato uccidendo un rapinatore due mesi prima. Come autori dell’omicidio vennero individuati Diego Giacomini e Cesare Battisti.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è stato uno dei primi a congratularsi per l’arresto con “il vicepremier Matteo Salvini, tutti gli uomini delle forze dell’ordine italiane e straniere, la Polizia di Stato, l’Interpol e l’AISE”. Di perdono non se ne parla, è una parola che deve imparare Cesare Battisti – dice Adriano Sabbadin -. È un momento di soddisfazione dopo 40 anni di attesa, speriamo che sia la volta buona e che Battisti finalmente sconti la pena che merita.