Cultura e Spettacolo

Carlo e Giorgio: tutto esaurito a Mogliano per “Temporary Show”

Carlo e Giorgio in Temporary Show: doppia replica, martedì 26 e mercoledì 27 febbraio (ore 21.00), al Teatro Busan.

È tutto esaurito in prevendita al Teatro Busan di Mogliano Veneto (TV) per Temporary Show, lo spettacolo con Carlo e Giorgio in programma in doppia replica martedì 26 e mercoledì 27 febbraio (ore 21.00).

Con Temporary Show (Lo spettacolo più breve del mondo), Carlo & Giorgio approfondiscono il loro impegno artistico e la loro capacità di osservare gli umori del quotidiano, in una chiave sempre più proiettata sugli aspetti, talora grotteschi, della vita di tutti noi. I due autori ed attori veneziani sono, oggi più che mai, una delle realtà più significative del teatro veneto, e si stanno affermando sui palcoscenici italiani.

“Uno show in linea con i nostri ritmi, perché, si sa, non abbiamo un attimo di tempo, le nostre giornate sono talmente piene di impegni da non darci un secondo di tregua: dobbiamo fare tutto e subito in tempo reale, senza fermarci mai e sempre con la sensazione di non avere abbastanza tempo. Figuriamoci poi potersi concedere un’intera serata a teatro. Sì perché oggi tutto è temporary, provvisorio, sfuggente: l’arte moderna dura lo spazio di una mostra, i cinema proiettano film di cui spesso non ricordi più nemmeno il titolo, a teatro si va in scena ogni sera per poi smontare tutto e spostarsi veloci in una nuova piazza.

Anche la moda vive in un respiro, i temporary shop sono ormai la nuova tendenza consumistica. Siamo così alle prese con la frenesia e il senso di “provvisorietà” che ci sentiamo temporary perfino noi stessi, in crisi di identità e in cambiamento costante ogni giorno, al punto da chiederci: ma quello di un’ora fa ero sempre io?. E quindi, proprio per venire incontro alle esigenze del pubblico, ecco Temporary Show: per chi va di fretta e non ha tempo da perdere, un’esperienza ai confini della brevità” (Carlo & Giorgio).

“Un’opera, quella di Carlo & Giorgio, ‘trasettica’, in quanto non più luogo ideale, perfettamente in sé raccolto e concluso, per mettervi a dimora immagini decantate attraverso il calcolo e il pensiero, la regola e la ‘misura’, bensì un campo indeterminato, turbato, ‘sregolato’, di un fluire diretto dell’emozione sulla scena stessa che, in tal modo, sfugge alle convenzioni spaziali e temporali, e si determina nella flagranza, affettiva, gestuale e tattile, di un atto creativo che non conosce il rigore dell’attesa e che esclude la contemplazione estatica evocata dal distacco tra l’essere e l’agire, in cui la piccola realtà della nostra vita posa consolata e come recinta di difese”.
(Paul Kargyokris)

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