Confartigianato veneziana: 600 milioni di euro in pericolo nell’export
La Confartigianato veneziana ha stimato un rischio potenziale di quasi 600 milioni di euro nel volume d’affari dell’export della città metropolitana. Questa cifra, derivante principalmente da settori come la produzione di macchinari, articoli in pelle e occhialeria, rappresenta una porzione significativa dell’export veneziano, con destinazioni principalmente in Asia orientale e in India, ammontando a quasi 6 miliardi di euro.
A rischio il porto di Venezia e il rigassificatore di Rovigo
Il porto di Venezia, che funge da snodo vitale per l’intera regione del Veneto, la terza più esposta tra le regioni italiane, è fortemente coinvolto nei traffici commerciali internazionali. L’analisi condotta da Unioncamere Veneto evidenzia che l’impatto maggiore si riflette sulle importazioni, che nel 2022 hanno raggiunto il valore di quasi 12 miliardi di euro. Il rischio attuale è la possibile accumulazione di ritardi e blocchi negli approvvigionamenti, con conseguente aumento dei costi per le aziende.
Le forniture di gas liquido dal Qatar per il rigassificatore di Rovigo sono altresì in pericolo, mettendo a rischio la stabilità dell’approvvigionamento energetico. Aziende lungimiranti stanno già cercando soluzioni alternative, esplorando altri porti e ricorrendo a opzioni come treni e trasporti su strada per garantire la continuità delle loro catene di approvvigionamento.
L’Istat segnala aumenti del 40% su zucchero, pasta, riso e olio
La tendenza al rialzo nei prezzi di beni di consumo di base come zucchero, pasta, riso e olio, che ha registrato un aumento del 40% negli ultimi cinque anni secondo l’Istat, potrebbe aggravarsi. L’inflazione, già problematica, potrebbe ulteriormente impennarsi proprio mentre la Banca Centrale Europea aveva annunciato per l’estate il taglio dei tassi d’interesse.
Gli attacchi nel canale di Suez mettono a rischio il sistema economico italiano
In questo contesto di incertezza, le imprese italiane si trovano a navigare in acque tumultuose, cercando soluzioni innovative per adattarsi a questa nuova realtà commerciale. La vicenda del Canale di Suez si rivela dunque non solo una sfida logistica, ma anche un banco di prova per la resilienza e la flessibilità del sistema economico italiano di fronte a imprevisti globali.
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