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Biennale di Architettura: VAC Foundation, progettare senza estinguere

Anche la fondazione russa V-A-C si interroga sui danni causati da un'architettura che spreca risorse

In sintonia con il tema della XVII Biennale di architettura (How will we live together? – Come vivremo insieme?), la fondazione russa V-A-C (Victoria – the Art of being Contemporary) delle Zattere si interroga sui danni causati da un’architettura che spreca ed estingue risorse. Non a caso, la mostra-laboratorio si intitola “Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere”.

Il principio della rivoluzione alla Biennale

La rivoluzione comincia da un foglio di carta prodotto senza abbattere alberi, sfruttando invece l’invasione di alghe nelle acque della laguna e poi stampato solo se davvero necessario, quindi riciclato.

Proprio usando dei semplici fogli A3, l’architetto anglo fiorentino Joseph Grima ha allestito parte dell’esposizione ospitata nella sede della fondazione russa VAC a Venezia.

Questa mostra documenta ricerche dal vivo in continua evoluzione. Il tema principale è quello della produzione architettonica contemporanea in chiave più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale.

Il programma espositivo della V-A-C

Il programma espositivo e di ricerca ideato da Joseph Grima con lo studio di design Space Caviar si chiama Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere. Lo studio Space Caviar trasformerà per quasi un anno, cioè fino al 31 gennaio 2022, lo storico Palazzo delle Zattere in un laboratorio attivo. Questo sarà possibile grazie a una residenza di 10 studiosi internazionali.

Joseph Grima: agire per l’ambiente

Partendo da un dato oggettivo, cioè dal fatto che il settore edile è responsabile del 39% delle emissioni complessive di gas serra prodotte dall’umanità, la domanda è: abbiamo davvero bisogno di tutto questo cemento? Joseph Grima sottolinea che l’architettura ha molto spesso conseguenze che non vengono percepite, in quanto avvengono altrove.

Dunque la prima cosa da fare è riavvicinare la produzione ripristinando una dimensione laboratoriale al posto di immense fabbriche centralizzate. È necessario ridurre la dipendenza dell’architettura da risorse non rinnovabili, ridurre i danni ambientali causati dall’estrazione dei materiali e coinvolgere la comunità in ogni fase della produzione, non solo nel consumo finale.

“Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere” alla V-A-C Foundation

Nell’allestimento stesso di “Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere” sono presenti tutti principi esempificati . È una mostra (rough texture) che guarda all’essenziale. Laddove le esposizioni sono abitualmente fonte di scarti, una griglia modulare permette continue modifiche intervenendo semplicemente su un foglio di carta mentre l’annessa falegnameria permette tanti lavori in loco.

Il paradosso è una mostra che apre quasi vuota e che sarà davvero compiuta solo quando chiuderà. L’architettura, insomma, può scendere dal suo piedistallo, pensare meno all’accumulo di capitale e di più a costruire comunità…

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