Sergio Berlato, europarlamentare dei Conservatori e Riformisti Europei, parla della gestione dell’acqua e dell’ambiente al “Fatto” di Luigi Gandi.
Luigi Gandi: “A proposito onorevole Berlato, europarlamentare e membro del gruppo Conservatori ecc., le faccio la domanda della giornata. Le gestione dell’acqua e dell’ambiente. Lei è appena rientrato recentemente dalla Romagna, terra devastata dalle alluvioni. So che ha fatto un intervento al parlamento europeo e so anche che ha ottenuto dei risultati concreti per queste popolazioni. Ma ascoltiamo l’intervento”.
L’intervento di Berlato
Intervento dell’on. Belato: “Esprimo gratitudine al presidente del parlamento europeo per aver citato le conseguenze delle devastanti calamità naturali che hanno colpito nelle scorse settimane alcune regioni d’Italia e in particolar modo l’Emilia Romagna. Ho sentito affermare che le cause a cui sono imputabili le terribili devastazioni sarebbero imputabili unicamente ai cambiamenti climatici. In realtà, da un sopralluogo che ho effettuato personalmente nei giorni scorsi, ho potuto constatare che le cause di quanto è avvenuto sono imputabili anche all’incuria e alla mancata manutenzione del territorio. Da troppo tempo i fiumi e altri corsi d’acqua sono privi di manutenzione. Il loro alveo non è stato pulito dai detriti e dalle piante che vi crescono diminuendone drasticamente la portata.
L’ideologia e l’integralismo animal-ambientalista hanno impedito che di pulire l’alveo dei fiumi. Perché si era più preoccupati di salvare la vita di qualche nutria o di qualche istrice anziché preoccuparsi di garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone. Da troppo tempo si favorisce lo spopolamento delle aree montane e collinari da parte degli imprenditori agricoli, degli allevatori, dei pastori. Di tutti coloro i quali con le loro attività hanno sempre garantito la manutenzione. Obbligarli ad andarsene con la continua depredazione del loro bestiame da parte dei grandi carnivori come lupi e orsi o delle culture agricole a causa dell’altra fauna selvatica. Ad esempio, i cinghiali che infestano tutto il mondo.
Ci auguriamo che le risorse che verranno stanziate a favore delle regioni colpite possano essere utilizzate non solo per inseguire le continue emergenze. Ma anche per investire in prevenzione e interventi di manutenzione del territorio.”
Prosegue Gandi
Luigi Gandi: “Dov’è stato e quali sono le esperienze che ha vissuto in Romagna?”
Sergio Berlato: “Sono subito andato a portare la solidarietà mia in qualità di rappresentante del parlamento europeo alle popolazioni colpite da queste tremende calamità. Come ho detto nel mio intervento, la sinistra pensa che queste calamità siano legate unicamente ai cambiamenti climatici. Così non è perché io lo so, l’ho visto con i miei occhi. Qui abbiamo delle immagini delle devastazioni che sono cadute proprio e soprattutto nella parte montana e la parte collinare, la parte ovest dell’Emilia Romagna. Ed è partito tutto da lì. Il territorio abbandonato e non reso oggetto di adeguate manutenzioni e opere di prevenzione, ha creato tutto quel disastro lì. Frane smottamenti che hanno veramente devastato il territorio. E poi a valle ovviamente tutto si è tradotto in una serie di allagamenti del territorio.
Io l’ho detto chiaramente: guardate che se noi non facciamo come facevano i nostri nonni, i nostri bisnonni in periodi in cui pioveva anche in maniera molto copiosa, i nostri nonni cosa facevano? Innanzitutto garantivano una pulizia dei fiumi, dei corsi d’acqua. Perché se non garantiamo la pulizia delle alghe dai fiumi i detriti che l’acqua porta continuamente, continua ad alzare il letto del fiume.”
Alluvione in Emilia Romagna
Luigi Gandi: “Prego la regia di mandare in onda le immagini dei vigili del fuoco. Così i nostri spettatori si rendono conto di quello che dice l’onorevole Berlato. Non si fanno le manutenzioni.”
Berlato: “Purtroppo è così. Oltre a continuare a depositarsi detriti e una quantità sempre maggiore di ghiaia, ovviamente questo alza il letto del fiume. Si aggiunge a questo il fatto che per una serie di norme legate all’ideologia animalista e ambientalista, che è più portata a proteggere la vita di una nutria o di un istrice o di una salamandra che non garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone, ecco, coi vincoli ha impedito la manutenzione del territorio. Dentro tanti fiumi sono cresciuti dei veri e propri boschi. Ovviamente queste piante che crescono e che nessuno taglia. Poi alla prima precipitazione la corrente le asporta e si arriva al primo ponte. Al primo ponte tutte queste piante si accalcano, fanno da tappo e questo crea quelle alluvioni”.
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