Benzinai sulle barricate contro quella che definiscono l’ondata di fango, ossia l’accusa di speculazione sul prezzo della benzina; del diesel e del Gpl. Annunciano uno sciopero dalle 19 del 24 Gennaio alle 7 del 27 Gennaio con presidio davanti a Montecitorio.
Nel mirino c’è il decreto sulla trasparenza con cui il Governo Meloni obbliga ai distributori ad esporre il prezzo medio giornaliero accanto al prezzo imposto dal loro impianto, puntando sull’effetto dissuasione.
La protesta dei benzinai
La protesta indetta da FAIB Confesercenti; Fegica e FIGISC Confcommercio con l’obbiettivo di avviare una campagna di controinformazione, secondo cui sono i 20 centesimi di accise ripristinati dal 1 Gennaio ad aver fatto salire i prezzi.
I distributori delle autostrade inoltre, che notoriamente praticano tariffe più alte si difendono dicendo che devono sostenere costi aggiuntivi legati alle royalties legate alla posizione privilegiata sulle autostrade. Va aggiunto però che gli impianti in virtù di quelle posizioni lavorano in regime di semi-monopolio non avendo concorrenza nel viaggio di decine di chilometri nei paraggi.
Il Governo non toglierà le accise
La protesta non convincerà il Governo a togliere nuovamente le accise, ha fatto sapere intanto Meloni costavano un miliardo al mese dunque 10 miliardi l’anno. Invece di spalmare quella cifra anche tra chi non ne ha bisogno il Governo ha deciso di concentrare le risorse su chi ne ha più bisogno.
I partiti dell’opposizione però temono che gli effetti dell’aumento della benzina ricadano anche sui beni ed in particolare sui generi di prima necessità.
Insomma a farne le spese saranno sempre i consumatori e anche per questo è entrato in scena il Codacons che oggi ha presentato un’istanza alla Commissione di Garanzia sugli scioperi chiedendo di bloccare i benzinai e di sanzionare qualsiasi mobilitazione lesiva dei diritti degli utenti.
Secondo il movimento consumatori i benzinai sembrano voler difendere ombre ed ambiguità del settore.
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