Il visitatore di Antonio Draghi
Benetollo: “Direi che Draghi aveva delle visioni diverse e approfondite, e mi legherei proprio a all’immagine del Campanile di San Marco. Per esempio, una delle sue visioni era quella di immaginare un arrivo a Venezia di un turista, di un visitatore, anche di un abitante della nostra regione.
Ma non un arrivo nella Venezia soltanto della piazza San Marco, o nell’arrivo più diffuso dalla Crociera, e quindi dal Bacino, ma un arrivo dall’entroterra. C’era quell’immagine, forse del burchiello, in cui il visitatore arriva a Venezia dopo aver conosciuto e attraversato il territorio interno di quello che è stato il territorio della Repubblica Serenissima.”
Benetollo racconta la genesi dell’idea ispiratrice
“Io ho accettato questa consulenza scientifica perché avevo visto nell’assimilazione delle idee di Antonio Draghi del territorio e nelle azioni di Marino Zamboni una combinazione positiva. Questa poteva fare in modo che le idee non fossero disperse e che le azioni potessero essere condotte da idee originali.”
“Lui nasce nella bassa Padovana, arriva nella riviera del Brenta negli anni 2000. Abita in una villa veneta, non di quelle magniloquenti, ma di quelle più semplici, e comincia a passeggiare, a conoscere. Quindi, la curiosità dell’ambiente e l’interesse dell’ambiente in cui abita è quello che l’ha spinto a fare delle ricerche. E queste ricerche non le ha lasciate solo sulla carta, o solo su se stesso, ha cominciato, credo, nel 2010 a raccoglierle in quei volumetti che sono gli itinerari della riviera del Brenta del Miranese.”
Il successo e la persistenza dell’iniziativa
“Il primo volume l’ha costruito tutto lui. Un po’ alla volta ha messo insieme un comitato scientifico di persone, di studiosi, di cultori della materia. E ha avuto un humus importante che è stato quello dell’Associazione dei Cavalieri della Riviera del Brenta. Quindi, questa combinazione ha fruttato una pubblicazione annuale che è arrivata con Draghi alla dodicesima edizione e sta continuando anche quest’anno con il volume numero 13.
Continuato da Mauro Manfrin, che segue il corso assieme a me e a Antonio Sarto, che sta dirigendo in questo momento la collana. Quindi, merito di Draghi è quello di conoscere e raccogliere le conoscenze, e non disperdere e tramandarle e, soprattutto, trasmettere curiosità.”
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