“….dovremmo essere grandi, e pensare in grande. Pensare a cambiare il mondo. A crescere ed evolvere. A diventare la migliore versione di noi stessi. È così che si diventa sempre più forti. E, al contempo, più deboli, più vulnerabili. Più veri. Perché nella vita vince chi si mette in gioco. Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”. “Ce lo dice Annalisa Menin per bocca della sua Anna, ce lo racconta in una storia che è molto più vera di quanto potremmo pensare, e che ci offre uno slancio positivo nei confronti di noi stessi e della vita. Siamo tutti “cuori in transito”, ma la felicità è alla portata di tutti. Basta volerlo”.
Il traghettatore di Annalisa Menin
“Romanzo di narrativa. L’impostazione ricorda un telefilm. L’autrice è della riviera del Brenta e vive a New York da quasi quindici anni. La protagonista, Anna Venier, di Venezia, ha 33 anni e vive a New York.
Dopo tre anni dalla morte del marito, stenta ancora a mettersi in gioco. La felicità si può ritrovarla in qualsiasi momento. L’importante è credere nella propria forza. Delle volte, però, occorre che qualcuno dall’esterno accenda la miccia.
Un misterioso uomo, ne amico ne fidanzato, la affiancherà Anna e le farà ritrovare la fiducia nelle relazioni e nella vita”.