Stevie Wonder, Pharrell Williams, Eddie Vedder e John Legend si sono messi in ginocchio sul palco, unendosi così alla protesta dei giocatori di football.
Stevie Wonder lo ha fatto sabato, Pharrell Williams il giorno dopo e, in contemporanea su un altro palco, anche Eddie Vedder, si è messo in ginocchio nel gesto di protesta del momento, che si sta diffondendo negli Stati Uniti e non solo: John Legend lo ha esibito durante il suo concerto di ieri sera ad Amburgo.
Le popstar, insieme ai campioni dello sport, si mettono in ginocchio per l’America, ma soprattutto contro il presidente Donald Trump: sabato sera, al Global Citizen Festival di New York –con accanto al figlio Kwame Morris – Stevie Wonder, ha espresso solidarietà ai giocatori della Nfl che, nel corso delle ultime partite di football americano sono rimasti seduti o in ginocchio durante l’esecuzione dell’inno nazionale, in segno di protesta per gli episodi di razzismo nel Paese.
«Questa sera mi metto in ginocchio per l’America: non solo su un ginocchio, ma su tutte e due – ha detto l’anziano cantante – Mi inginocchio in preghiera per il nostro pianeta, per il futuro, per i leader del mondo. Amen…».
Domenica è stata invece la volta di Eddie Vedder, che ha cantato al “Pilgrimage Festival” di Franklin, Tennessee: poco prima di esibirsi in “Elderly woman behind the counter in a small town”, il frontman dei Pearl Jam si è inginocchiato, parlando del forte pericolo che l’America sta correndo a causa delle scelte azzardate del presidente Trump, specie in relazione alle provocazioni del leader della Corea del Nord Kim Jong-Un.
Contemporaneamente, sul palco del “Concert for Charlottesville”, organizzato dalla Dave Matthews Band a poche settimane dagli scontri tra i “suprematisti” bianchi e i manifestanti antirazzisti, lo faceva anche Pharrell Williams, dicendo: «Mi voglio inginocchiare in questo momento per le persone della mia città, le persone del mio stato… Ecco cosa rappresenta questa bandiera».