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Caporetto: 200 alunni sui binari della storia

Nuova tappa di avvicinamento al 66° Raduno Nazionale Bersaglieri “Piave 2018” per il comitato organizzatore, che per quest’occasione ha proposto agli Istituti Comprensivi del territorio un “viaggio nella Memoria” a Caporetto.

200 alunni delle classi terze medie e 20 docenti, provenienti dai 6 Istituti di San Donà di Piave, Musile, Fossalta e Noventa, sono partiti venerdì 13 ottobre dalla stazione di Nova Gorica a bordo di un treno storico a vapore. Con loro anche rappresentanti dell’Associazione Bersaglieri, del comitato organizzatore del raduno, delle amministrazioni di San Donà e Musile, e rievocatori storici in uniformi d’epoca degli eserciti allora contrapposti.

Meta del viaggio è stata Caporetto, luogo che fu tragico teatro della più grave disfatta dell’Esercito Italiano nella Prima Guerra mondiale, durante l’undicesima e dodicesima battaglia dell’Isonzo a fine ottobre 1917.

Prima tappa del viaggio è stata la visita al Museo della Grande Guerra, custode della memoria di quei pochi giorni in cui la storia voltò pagina segnando quei luoghi col sangue di migliaia di vittime. Proprio alla memoria delle 7.014 vittime, note e ignote, custodite nel Sacrario di Sant’Antonio il gruppo è andato poi a rendere omaggio, con la deposizione di una corona d’alloro e con le note del “silenzio”, eseguite dal Maestro Luca Scarpi, Capofanfara della sezione Bersaglieri di Jesolo.

Ultima tappa é stata la discesa nelle trincee, quei stretti e cupi fossati in cui i soldati cercavano effimero riparo dal fuoco nemico. “La giornata a Caporetto è stata tra le più significative della mia esperienza amministrativa – così il sindaco Andrea Cereser – La presenza di oltre 200 studenti insieme ai Bersaglieri ha segnato un passaggio di consegne ideale tra quei ragazzi che erano sull’Isonzo cento anni fa e i loro quasi coetanei di oggi.

Senza timore di apparire melenso, sono certo che questi ragazzi sapranno dimostrare lo stesso amore per la propria terra e lo stesso spirito di sacrificio”. Un’esperienza positiva per i ragazzi anche secondo le insegnanti accompagnatrici, che “ha permesso loro di apprendere la storia direttamente sul campo invece che sui libri”.

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