La Voce della Città Metropolitana

Alberto Menardi: un aiuto alle donne contro la violenza

Oggi Maria Stella Donà intervista Alberto Menardi, psichiatra e perito del Tribunale che lavora su casi di stupro, maltrattamenti e femminicidi.

Oggi Maria Stella Donà intervista Alberto Menardi, psichiatra e perito del Tribunale che lavora su casi di stupro, maltrattamenti e femminicidi.

Il mese di giugno è stato un mese piuttosto difficile per Venezia. Ricordiamo lo stupro della ragazza ventenne al Molo 5 da un ragazzo di 14 anni poi portato in carcere.
Un altro caso è quello del 47enne, che è stato arrestato perché trovato ubriaco sotto casa dell’ex moglie dopo anni di maltrattamenti e di violenze. La donna è riuscita a fermarlo grazie all’aiuto dei Carabinieri.

La cosa importante comunque è quella di aiutare le donne ad individuare i segnali violenti del proprio compagno. Infatti oggi le denunce sono sempre troppo poche.

Le parole di Alberto Menardi

Menardi spiega come ci sono delle caratteristiche che fanno parte della personalità del soggetto che danno indicazione su quale può essere il comportamento all’interno di una relazione di coppia. Ad esempio una cosa su cui indagare è quella di capire se quella persona ha dei precedenti di tipo violento.

Delle altre caratteristiche possono emergere nel corso della relazione. Ossia la necessità da parte dell’uomo di imporsi e di controllare il rapporto, diventando soffocante.
Questi comportamenti possono essere sollecitati ed aggravati dall’uso di alcol e di sostanze stupefacenti che possono in qualche modo facilitare la perdita del controllo.

L’escalation della violenza prevede un percorso contraddistinto da una bassa autostima da parte della persona che la mette in atto. Questo perché se non è sicuri di se stessi e del proprio ruolo all’interno della famiglia non si avrebbe bisogno di arrivare a gesti esasperati per poter ribadire la propria importanza.

Cominciano a nascere centri che aiutano gli uomini in difficoltà.
Resta comunque difficile improntare un percorso terapeutico perché non ci sono sempre dei segnali univoci e ben chiari che possano segnalare una persona a rischio per la messa in atto di questi comportamenti violenti. Quindi spesso ci si trova a doversi confrontare con persone che hanno già agito un tipo di comportamento disadattativo.

Bisogna sempre capire se il soggetto ha alla base una patologia di tipo psichiatrico. Va sottolineato infatti che non tutte le persone che agiscono con violenza hanno una patologia psichiatrica, anzi, è vero il contrario.

Chi è in queste condizioni è meritevole in qualche modo di essere monitorato dal punto di vista di un percorso riabilitativo che possa presupporre una psicoterapia, nonché addirittura una farmacoterapia laddove c’è una necessità di metterla in atto.

La donna in ogni caso deve tutelarsi facendo riferimento a tutto quello che si sta disponendo nei confronti di questo fenomeno che per fortuna sta avendo molto risalto.
Il fenomeno oggi è esposto e manifestato. Bisogna dunque fare riferimento alle forze dell’ordine, ai centri anti-violenza anche con il numero 1522. La donna deve fare una scelta in cui si senta protetta e che limiti quelle che possono essere le ripercussioni negative qualora il soggetto diventasse di nuovo minaccioso e pericoloso.

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