Aiuti covid: la finanza scopre 51 furbetti

Oltre settecento mila euro sono stati erogati ad aziende che non ne avevano bisogno. Probabilmente non saranno nemmeno in grado di restituirli.La nuova inchiesta è stata chiamata dalla Guardia di Finanza di Treviso 'Pozzo senza fondo'

‘Pozzo senza fondo’, è il nome dell’ultima inchiesta resa nota dalla Guardia di Finanza di Treviso che ha alzato un velo sui furbetti degli aiuti Covid. Sono 51 gli imprenditori che nel corso dell’indagine delle Fiamme Gialle sono risultati senza titolo riscuotono un milione e mezzo di euro complessivamente a fondo perduto o attraverso prestiti garantiti.

Ecco come hanno sfruttato gli aiuti Covid

Tanti i modi sarebbero stati i modi con cui sarebbero stati estorti gli aiuti. Ventotto aziende hanno, per esempio, dichiarato di essere in difficoltà a causa della pandemia. In realtà avevano i conti in rosso ben prima del 2019 e hanno ottenuto prestiti  garantiti dallo stato per settecentottanta mila euro. C’è la forte probabilità che le società non siano in grado di restituire tanta liquidità.

Un imprenditore cinese ha dirottato il contributo sui conti correnti accessi nella banca del suo paese e un altro che si è giocato venticinque mila euro scommettendo su piattaforme online. C’è chi inoltre ha esibito carte false per dimostrare un’attività mai avviata. Infine chi ha utilizzato i fondi per spese personali.

Le violazioni accertate le hanno segnalate al Medio Credito Centrale per l’attivazione delle Procedure di Revoca delle Garanzie.

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