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A quattrocchi con il regista veneziano Gianni De Luigi

Il nuovo film diretto da Gogò Bianchi racconta il rapporto che c’è tra la famiglia De Luigi e la città di Venezia. Uscirà in dvd e verrà proiettato, in occasione della Mostra del Cinema, all’Isola della Giudecca

Gianni De Luigi ci racconta il particolare rapporto che la sua famiglia ha avuto con Venezia. La forma d’arte dei De Luigi si fonde con le caratteristiche della città d’acqua, che ha una forza sua. Non tutti sono riusciti a capirla, ma i Grandi l’hanno saputa interpretare, e hanno fatto di Venezia tutto ciò che noi stiamo sfruttando oggi.

La famiglia d’arte ha origine con Mario De Luigi, il padre di Gianni. Era un artista carismatico, che apparteneva al movimento spazialista fondato da Lucio Fontana e a quel gruppo che ha dato un segno diverso al mondo. Il famoso “taglio nella tela”, che oggi ha raggiunto un valore altissimo nel mercato dell’arte. Lodovico De Luigi, il fratello più vecchio di Gianni, ha dato dei messaggi molto precisi del degrado che sta affliggendo Venezia, e lo ha fatto con delle rappresentazioni simboliche molto forti, come i fenicotteri che mangiavano le pietre della città in frantumi, con il sommergibile atomico che emerge da Piazza San Marco.

Gianni De Luigi è noto per il mondo del teatro. Attualmente lavora a stretto contatto con la Russia. Molte delle sue esperienze teatrali, e delusioni, sono però legate a Venezia. Ha lavorato dentro al Teatro Stabile, e ha sempre creduto nell’Istituto della Commedia dell’Arte Internazionale, che ha dato la possibilità a dei giovani di creare delle associazioni. Questi facevano non solo commedia dell’arte, ma teatro in genere. È stato solo un tassello del percorso che la famiglia De Luigi ha intrapreso per dare credito alla città.

Venezia si divide tra chi vuole fare cose di nicchia, come si cerca di proporre nell’Isola di San Giorgio, e chi preferisce l’arte popolare tipica della Biennale. Il Teatro Verde, risollevato dalla famiglia De Luigi, conta 1200 posti. La città, però, ospita 25 milioni di turisti l’anno e risulta difficile offrire a tutte queste persone l’arte di nicchia che è presente nel territorio.

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