La Voce della Città Metropolitana

Ivo Prandin: presenta il libro “39 Venezie”

Se 1600 anni fa è nata Venezia, Mestre le era accanto. La terraferma ha goduto dei favori della vicinanza dell'isola, ma ha anche sofferto il confronto. Oggi più mai è importante lo scambio tra i due mondi e anche per questo è giusto che Mestre si racconti. Il premio letterario è giunto alla terza edizione e quest'anno il presidente della giuria è lo scrittore e giornalista Ivo Prandin.

Oggi interviene, nel giorno del compleanno di Venezia per i suoi 1600 anni, Ivo Prandin, intellettuale e scrittore che ha scritto un libro, ’39 Venezie’. In questo ha infatti raccolto 39 interviste agli intellettuali artisti, tutti uomini, che hanno legato la loro esistenza in qualche modo a Venezia. Tra l’altro egli è anche tanto nominato presidente della giuria del concorso di lettura ‘Mestre racconta’.

Mestre, Venezia e l’uso del dialetto

A Mestre in questo momento, c’è molta letteratura perché è presente il premio per il romanzo di ‘Mestre racconta’. Un premio che è fatto di testimonianze e che, a dimensione territoriale, riguarda tutta la Città Metropolitana di Venezia. Una realtà complessa che comprende una serie di intersezioni storiche con la terraferma e la laguna. “Comprende quindi tutte quelle voci della città che probabilmente riflettono un bisogno di testimoniare la loro vita di città.” A condividere i loro racconti sono compresi anche i migranti di prima generazione poiché i primi veri migranti sono stati i veneziani. La grande novità è la possibilità espressiva di questo premio attraverso l’uso del dialetto.

“Siamo nel 2021 e l’uso del dialetto, che sembra morto, in realtà sta rivivendo trovando nuova vita nella poesia e nella narrativa. Il tutto in linea con personaggi importanti come Goldoni e Giacomo Noventa.” Queste le parole di Ivo Prandin. Forse il dialetto potrebbe rischiare l’estinzione però la letteratura può salvarlo. “Questi ‘scrittori’ non sono degli osservatori esterni alla città, ma sono ne parte loro stessi. Sono quindi coinvolti nel destino della città metropolitana e nella sua fisicità. Si può dire, insomma, che loro sono le voci con cui la grande città metropolitana di Venezia si esprime in questo preciso momento storico.”

Cos’è Venezia per Ivo Prandin

Un’importante radiografia che che ci offre la società attuale è che questa narrazione collettiva tiene più alla poesia e alla scienza. Cioè tiene di più alla divulgazione che non alla storiografia. Tuttavia il dialetto è una piccola realtà limitata perché le parole cambiano in continuazione e nei racconti del libro che rispecchiano la vita troveremo tanti elementi che lo dimostrano. Il tutto assieme a racconti della pandemia che sono diventati parte di questa nostra vita.

“Venezia è un miracolo. E’ la vita che, come le foglie e come i fiori nascenti, ha bisogno di tutta l’aria e la luce che serve per sopravvivere. Di questo ha bisogno la nostra città, dell’ossigeno e possiamo essere noi, attraverso il racconto, a fornirglielo.” Le diversità con Mestre ed il resto dell’entroterra restano ugualmente un valore importante, un valore legato anche dall’acqua che è un simbolo connettivo ma anche di confine e di separazione.

Un estratto del libro

Il motivo del titolo del libro “39 Venezie” è anche quella delle varie sfaccettature che si possono ammirare. Infatti, al suo interno, si possono trovare 39 modi diversi di vivere la città da parte di 39 intellettuali. Di seguito un estratto.

“Venezia in pratica provoca negli uomini una particolare un particolare clima mentale, una geometria speciale non euclidea appunto a Venezia la linea più breve che unisce due punti non è mai una linea retta. È questo che scatena la nostra immaginazione per vie inconsuete. Mentre sul piano delle sensazioni percettive non c’è nulla di illimitato. Lo spazio si apre e si chiude davanti a noi in configurazioni sempre diverse.” Questa è una delle tante idee di Venezia.

Oltre a questa c’è anche l’idea dell’acqua che unisce la nostra città al mondo. Quell’acqua del pianeta che ci unisce come Veneziani, perché è la stessa acqua che arriva fino a New York e a Sidney.

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