Wonder Woman doveva diventare ambasciatrice dell’Onu, ma le proteste hanno fatto naufragare il progetto.
Wonder Woman era stata scelta dalle Nazioni Unite come simbolo per lanciare un messaggio sull’uguaglianza di genere, ma le polemiche scatenate dalle associazioni femministe le hanno fatto fare un passo indietro.
Per bocciare la celebre eroina dei fumetti Dc Comics nel ruolo di protagonista nella lotta contro le discriminazioni di genere, è stata lanciata online una petizione, firmata da circa 45mila persone, con cui si invitava il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon a rivedere la decisione sul simbolo della campagna.
Alla base della raccolta di firme, l’idea che Wonder Woman in realtà non rappresenti l’emancipazione femminile. Secondo WomanSG, organizzazione nata per favorire l’elezione di una donna a capo delle Nazioni Unite: “Anche se i creatori avranno voluto rappresentarla come una forte e indipendente guerriera, con un potente messaggio femminista, la realtà è che si tratta di una donna con un grosso seno, bianca e di proporzioni impossibili. Seminuda, è ricoperta solo da uno striminzito costume da bagno”.
Vita breve, dunque, per l’eroina come ambasciatrice onoraria: la notizia dell’investitura era stata data lo scorso 21 ottobre, giorno del compleanno del creatore del personaggio, William Moulton. All’evento aveva presenziato anche Lynda Carter, che vestì i panni di Wonder Woman nella serie tv degli anni Settanta.
Ma la Dc Entertainment dichiara che nel 2017 Wonder Woman sarà comunque al centro del suo messaggio sull’uguaglianza di genere. “Wonder Woman sta dalla parte di pace, giustizia e uguaglianza, per 75 anni è stata una motivazione per molti e lo sarà ancora a lungo, dopo la conclusione della sua carica di ambasciatore onorario dell’Onu”, ha fatto sapere Courtney Simmons, portavoce dell’azienda.
Anche perché è già stata annunciata, per l’anno prossimo, la pubblicazione di un un fumetto in edizione speciale su Wonder Woman, che parlerà del potere delle donne e delle ragazze.
