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Profughi, nuove proteste. Si rimettono in marcia

C’è preoccupazione attorno alla grande fuga dei profughi della base di Conetta

In queste ore gli 800 rimasti stanno meditando una grande manifestazione per venerdì supportati dal sindacao Usb. I primi 240 profughi che hanno marciato fino a Mira sono stati seguiti da altri 50 che hanno dormito a Piove di Sacco, ma l’ospitalità delle parrocchie non può reggere a lungo.

L’ex base Nato di Conetta ha le porte girevoli, visto che 24 sono già ritornati delusi per le alternative offerte dalla prefettura e 14 di lingua francofona in questo momento si trovano a Jesolo, non vogliono tornare a Conetta, ma nemmeno restare nella sede della Croce Rossa. Chiedono dunque un appartamento.

Un nigeriano di 34 anni è scappato dalla caserma Serena di Treviso “Là è molto peggio” ha detto. “Orari blindati e letti stretti, una prigione”. La situazione rischia di diventare di giorno in giorno più esplosiva, perché potrebbero esserci altre marce e magari anche dal vicino campo di Bagnoli, gestito dalla stessa cooperativa, la Edeco. Le realtà sono simili.

Prima della protesta a Conetta c’erano 1100 rifugiati, a cui erano state tolte le stufe per questioni di sicurezza e a Bagnoli ce ne sono 800. Entrambe le basi sono troppo piccole per ospitare tutti dignitosamente. Di integrazione per il momento non se parla. Niente corsi di italiano, niente permesso di soggiorno.

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