Cultura e Spettacolo

Gli italiani chiedono più diritti per i loro amatissimi animali domestici

L’annuale rapporto Assalco-Zoomark sull’alimentazione e la cura degli animali da compagnia ci fa sapere che sono parecchi (50,3 ogni 100 abitanti, la più alta densità europea) e che per loro i proprietari chiedono alla politica maggiori diritti.

Secondo gli italiani le istituzioni dovrebbero fare di più per i diritti degli animali. Lo rileva l’annuale rapporto AssalcoZoomark sull’alimentazione e la cura degli animali da compagnia, dedicato in parte alla «tutela dei pet come conquista sociale e civile», da cui emerge chiaramente che la nostra società considera sempre più gli animali d’affezione come soggetti di diritto.

Alla domanda su quali siano i temi che necessitano di un maggior impegno da parte della politica, il 28,4% degli intervistati ha indicato il lavoro, il 20,3% immigrazione e sicurezza e il 17,3% la tutela degli animali: Salvini e Di Maio sono avvertiti! Già nella scorsa legislatura ci sono stati diversi tentativi di fare fronte alle richieste dei cittadini, però nessuno dei 58 disegni di legge presentati sul tema da tutti gli schieramenti parlamentari è stato approvato.

Le priorità su cui concentrarsi sono: la realizzazione di un’anagrafe nazionale canina e felina; la riduzione dell’aliquota Iva sulle spese per il mantenimento dei pet; l’inserimento degli animali d’affezione nello stato di famiglia del proprietario e la diffusione di una disciplina uniforme a livello nazionale per l’accesso sui mezzi di trasporto e nei luoghi pubblici.

Il rapporto Assalco Zoomark ci fa sapere che dei 60 milioni e 400mila animali nelle case italiane, la metà sono pesci, poco meno di 13 milioni gli uccelli, sette milioni e mezzo di gatti, sette milioni di cani e tre milioni tra piccoli mammiferi e rettili. Si stima che l’Italia sia prima in Europa per numero di animali domestici, escludendo i pesci e considerando il totale di gatti, cani, uccelli, piccoli mammiferi e rettili, sarebbero 50,3 ogni 100 abitanti, contro i 46,5 della Francia e i 41 della Polonia.

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