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Intervista all’alpino Sergio Furlanetto

Sergio Furlanetto ed il terremoto del Friuli.Il primo passo dell’Ana e della protezione civile.

Oggi è con noi il Fondatore della Protezione Civile dell’Ana di Treviso, l’alpino Sergio Furlanetto, che ci racconta quant’è stata fondamentale l’opera degli alpini volontari all’indomani del terremoto del Friuli. Furlanetto ha calpestato il suolo del Friuli quando aveva solo 22 anni, a solo 1 anno dalla fine del suo servizio di leva obbligatorio. Sicuramente, ciò che gli ha permesso di dare il suo contributo è stata la sua volontà, la sua voglia di fare, il suo rifiuto per la guerra. A quei tempi, ci spiega, la protezione civile non esisteva ancora ed il terremoto è stato uno dei primi interventi effettivi dell’Ana: si sono cominciati ad istituire dei primi nuclei operativi, le prime strutture proprie etc etc e l’idea di partenza, per quanto riguarda il Friuli, era stata quella di creare circa una decina di cantieri di lavoro per aiutare la ricostruzione delle città colpite dal sisma. Nello specifico, Furlanetto si è ritrovato a dover ricostruire le case danneggiate e a dover offrire assistenza ai terremotati nello zone limitrofe all’epicentro. Nonostante i fondi nazionali fossero stati ben sufficienti per riuscire a provvedere almeno per gran parte ai danni, anche quelli stanziati dagli USA per dare un riconoscimento al grande lavoro degli alpini sono stati fondamentali per la riuscita degli interventi di soccorso. Quello che sicuramente Furlanetto non dimenticherà mai sarà la devastazione post sisma, che aveva ridotto in ginocchio parecchie città, e le estreme condizioni igieniche, che lo hanno obbligato, insieme agli altri alpini, a dover dormire sulle brande della NAIA all’interno di capannoni di fortuna, a mangiare su tavoloni sostenuti da pali e a doversi lavare con l’acqua del torrente che scorreva là vicino. Nonostante in passato gli alpini fossero un gruppo principalmente maschile, oggi come oggi però la protezione civile conta anche numerose presenze femminili, soprattutto all’interno del nucleo sanitario e di quello cinofilo. Inoltre, l’Ana di Treviso è anche al lavoro per il recupero di numerose opere risalenti alla Grande Guerra, altrimenti perdute.

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