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Nessuna distinzione di latitudine: un crimine è un crimine

Crimine: riflessioni sulle tradizioni che diventano attenuanti.

Il crimine è il crimine. Le tradizioni, ancorché storiche, non costituiscono delle attenuanti. Eppure sembra che molti magistrati ragionino così. E quando sentiamo titoli come questo: “Zingari in ospedale. Derubati bimbi in coma” ci chiediamo turbati se alla fine qualche illustre principe del foro riuscirà a convincere tutti che i ladri non hanno colpa. Il fatto era successo la scorsa primavera, e dopo una lunga indagine, i nomadi colpevoli del fatto, appartenenti alla comunità dei Camminanti di Noto, Provincia di Siracusa, sono stati finalmente accusati del loro reato all’ ospedale di Genova. Rientrati a Noto infatti, i nomadi denunciati hanno abbassato la guardia e, intervenute le polizie locali, sono stati trovati in possesso della merce rubata. La tattica? Far entrare i propri figli in ricovero e poi rubacchiare dove possibile nelle stanze dei bambini in coma, chiaramente incapaci di reagire.
Altre notizie che si accumulano ci fanno rabbrividire: una donna stuprata da un nigeriano che “ottempera alle sue tradizioni”, non il primo né l’ultimo degli stupri che paiono quasi finire per essere giustificati dalla cultura da chi li commette o dal loro passato. Che l’integrazione, forse, debba passare anche per l’educazione?

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