A Domanda Risponde

Marco Paccagnella, Federcontribuenti, ci parla di Equitalia

Interroghiamo Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, su alcune spinose questioni relative ad Equitalia.

In questa puntata di ADR parliamo con Marco Paccagnella, Presidente di Federcontribuenti, dell’interrogativo della chiusura di Equitalia. Equitalia è stata fondata dal Ministro Tremonti e poi rilanciata da Bersani. Il Premier Renzi vuole cancellarla nel 2018, ma, sostiene Paccagnella, è necessario che ci sia qualcuno che si occupi comunque della riscossione delle tasse. Prima le banche facevano da esattori, poi, alla creazione di Equitalia, tutti i dipendenti delle banche vi sono entrati e da questa sono stati stipendiati, successivamente è diventata una Società per Azioni. Se nella dichiarazione dei redditi si dichiarano beni strumentali e l’impossibilità di pagare, scattano sanzioni che vanno dal 30% al 200% più gli interessi di mora e l’aggio. Ma se uno dimostra che non ha soldi per pagare, che senso ha far chiudere un’azienda e lasciare a casa i dipendenti? In Italia si evadono 120 miliardi di Euro l’anno, ma se a evadere sono i super ricchi la trattativa non si fa con Equitalia, ma a porte chiuse con l’Agenzia delle Entrate. Sembra quasi che chi deve pagare sia solo il dipendente o l’onesto imprenditore. I verificatori fiscali, inoltre, si concentrano sugli esercizi che lavorano da tanti anni e non su quelli nuovi perché il loro scopo è semplicemente far cassa e non scoprire dove c’è l’evasione e impedirla: lo Stato, quindi, persegue di più la convenienza della propria cassa e ciò fa disaffezionare il cittadino alla politica. La politica vuole cambiare l’Italia, ma, in realtà, tutto resta sempre uguale a se stesso. Invece di garantire la democrazia lo Stato continua a pensare ai propri interessi. Se uno viene ingiunto da Equitalia e non ha nulla, non si perde nemmeno tempo a chiedere il pagamento, ma se ha qualcosa si farà di tutto per sottrargliela. Federcontribuenti si sta focalizzando sull’articolo 53 della Costituzione, che afferma che ogni contribuente deve contribuire con quello che ha, e sta cercando di farlo, finalmente, applicare. In Italia è nato un “terrorismo fiscale”: l’arrivo di Equitalia spaventa i contribuenti e vanta anche un certo numero di vittime per suicidio. L’evasione c’è in tutto il mondo e nasce quando non c’è amore per il luogo in cui si lavora. Si fanno controlli sulle imprese e anche se non si trovano anomalie si compila ugualmente un verbale, che dà un bonus all’accertatore e al suo funzionario un aumento di liquidi. Allargando lo sguardo, si vede che nell’Unione Europea vanno bene i paesi fuori dell’area Schengen e dell’area Euro, Gran Bretagna e Croazia, ad esempio. Nessuno, però, ha mai chiesto agli italiani se volevano entrare nell’Unione e passare dalla Lira all’Euro, cosa che ha aumentato del 100% il valore dei beni, ma non gli stipendi e anzi si sono persi moltissimi posti di lavoro. L’Europa è ancora un progetto, non è stato attuato del tutto visto che i vari Stati possono decidere con quali “opzioni” entrarvi. La Croazia, infatti, mantiene la propria moneta e sta sanando le proprie imprese dai debiti con il fisco per portarle in Europa e renderle competitive sul mercato comunitario. Le aziende italiane, invece, sono entrate nel mercato europeo appesantite dal debito con il fisco e quindi in una situazione di svantaggio. L’appuntamento è alla prossima puntata di “A domanda risponde” ancora in compagnia di Marco Paccagnella.

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