E’ accaduto nella serata di ieri, in Jesolo, presso un residence di via Venezia nei pressi del 2° accesso al Mare. Le due nomadi sono stata fermate dai carabinieri all’interno del residence
Il custode della struttura ha contattato la centrale al 112 poiché aveva visto aggirarsi nei corridoi due giovani donne estranee. Subita è intervenuta una pattuglia dell’Arma della Locale Stazione Carabinieri di Jesolo che ha bloccato le donne che si trovavano ancora all’interno del residence e prive di documenti sono state condotte in caserma per procedere alla loro identificazione.
Le due ragazze, che hanno dichiarato di essere residenti presso un campo ROM della capitale, avevano con se una borsetta, all’interno della quale, a seguito di perquisizione personale, sono stati rinvenuti alcuni gioielli, un orologio Rolex da donna ed attrezzi da scasso (cacciaviti e grimaldelli), per un valore complessivo di circa 4mila euro, oggetti dei quali le donne non sono riuscite a specificarne la provenienza. Inoltre i militari hanno accertato che in quel residence non vi erano stati furti, ne erano stati denunciati reati simili in giornata. Si procedeva comunque al sequestro dei monili (dei quali nei prossimi giorni si cercherà di capirne laprovenienza), dato anche i numerosi precedenti penali a carico delle 2 per reati ai danni del patrimonio e per entrambe scattava quindi una denuncia per i reati di ricettazione e per possesso ingiustificato di attrezzi da scasso.
All’esito del fotosegnalamento, in tarda serata, l’ultima sorpresa: Claudia Markovic che ha dichiarato di essere coniugata e madre di una piccola bimba, classe 94, la più anziana delle 2 donne (l’altra donna si identifica in J.S. classe 1999), è risultata essere destinataria di un provvedimento emesso dal Tribunale dei minorenni di Ancona per unificazione di pene concorrenti emesso nel febbraio del 2007 per espiazione di condanna a 3 anni e 3 mesi e 26 giorni di carcere ed al pagamento della multa di 1000 euro in merito a reati di furto commessi in passato.
Al termine delle formalità è stata condotta presso il carcere femminile di Venezia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
