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Inquinamento e calo dei prezzi: i problemi dell’agricoltura veneta

Inquinamento: Jacopo Giraldo, Presidente di Coldiretti, spiega che il modo migliore per aiutare l’agricoltura veneta è monitorarlo e battersi contro il crollo dei prezzi all’ingrosso.

Jacopo Giraldo, Presidente di Coldiretti, ci informa sull’esito della riunione svoltasi in Regione con le presidenze delle associazioni e l’Assessore all’agricoltura Pan, con all’ordine del giorno l’inquinamento delle acque venete. Si è parlato di monitorare situazione attuale del PFAS (sostanze perfluoro acriliche) anche se non ci sono ancora analisi certe sulle sue quantità e manca una legislazione che regolamenti il tetto massimo di questa sostanza. Questa sostanza, che deriva dalle aziende che lavorano con materie plastiche è, forse, cancerogena se assunta in dosi massicce, ma all’interno del bacino inquinato, che comprende 250 mila persone, si parla di nanogrammi, cioè quantità infinitesimamente piccole. Perché questa sostanza si manifesti nel corpo umano una persona dovrebbe assumere 50 uova o 60 litri di latte al giorno. L’azienda a cui era stato imputato il problema nega di aver inquinato. La riunione è stata fatta per capire l’entità del problema e per monitorare i pozzi Artesiani, da cui si prende l’acqua per gli allevamenti. Al momento le zone coinvolte sono 6 comuni della provincia di Vicenza, 8 in quella di Verona e uno in quella di Padova, perciò la situazione è circoscritta. Bisognerà capire attraverso analisi certificate qual è l’entità dell’inquinamento e soprattutto quali sono i limiti di questa sostanza concessi a livello europeo, mentre, per il caso specifico dovrà esprimersi la Regione, mancando una legislazione di livello nazionale. Alcuni comuni hanno chiuso i pozzi e alcune aziende temono di dover chiudere perché l’acqua non potabile non permette loro di continuare le attività. Il problema deve essere risolto al più presto, anche perché vi sono molte realtà in cui l’acquedotto non arriva e si alimentano solo con i pozzi risorgivi. Oltre alle aziende, bisogna pensare alla salubrità dei prodotti e alla trasparenza verso i consumatori: tutto ricade, infatti, sulla loro salute. I prezzi dei prodotti agricoli veneti all’ingrosso sono crollati, ma i consumatori non se ne accorgono e, anzi, vedono spesso aumenti ingiustificati. Il settore trainante rimane il vino, ma anche lì, tolto il Prosecco e altri pochi vini molto noti, la crisi si sente. Molti imprenditori agricoli vogliono riportare vigne su terreni già occupati, perché vedono in questo settore la salvezza, ma, probabilmente non sarà così, visto che bisogna mantenere il calmiere. Il crollo dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli è dovuto alla poca trasparenza in tutta la filiera, ma il problema fondamentale resta l’importazione di materiale dall’estero e non solo dall’Unione Europea, ma troppo spesso da paesi che ne sono al di fuori. In questo modo si perde la certificazione di qualità dei prodotti e c’è anche la truffa perché a volte il prodotto importato viene spacciato per italiano. Anche il latte è venduto sotto i costi di produzione: le aziende prendono 0,28 Euro al litro a fronte di un costo di produzione tra i 0,35 e i 0,37 Euro. L’unica strada per aiutare le produzioni italiane prevederebbe la trasparenza in tutta la filiera e l’etichettatura per certificare l’origine dei prodotti: solo in questo modo si fermerebbe la truffa che spaccia per italiani prodotti che hanno tutt’altra origine.

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