Politica

Elezioni regionali: niente ricorso al Consiglio di Stato

Niente ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Veneto che ha confermato l’esito delle elezioni regionali: questa la decisione presa dal movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti dopo un profondo confronto all’interno del direttivo e con l’avvocato Enrico Minnei, che ha seguito il ricorso di Alessandra Buzzo al TAR.
Una scelta presa a malincuore e che si basa soprattutto su motivazioni economiche: “Una prima stima parlava di una nuova spesa che oscillava tra i 7.500 e i 10.000 euro; – commentano dal direttivo – sono cifre che non possiamo permetterci, dopo le uscite relative al ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto”.
Tra spese di istruttoria, parcelle degli avvocati e costi di pubblicazione imposti dal tribunale sulla stampa e sul bollettino regionale, infatti, il “ricorso Buzzo” è costato quasi 17mila euro, interamente coperti da fondi propri, auto-tassazione del direttivo e introiti dalla lotteria “Io ricorro – Forza Belluno Dolomiti”, che ha visto staccati oltre 10mila biglietti.
“Le possibilità di vittoria sarebbero state comunque risicate, ma non nulle, – continuano dal Bard – ma non possiamo permetterci nuove spese e non riteniamo corretto chiedere nuovi sacrifici ai nostri tesserati e ai bellunesi. Dobbiamo prendere atto che la democrazia in Italia ha un costo che non può essere sostenuto da tutti”.

Ma dal movimento non intendono certo abbassare i ritmi: “Questa decisione non cambia i nostri piani e i nostri obbiettivi, anche se resta l’amaro in bocca per l’esito delle elezioni regionali e per le polemiche seguenti. – concludono dal Bard – Noi continuiamo a lavorare: domenica eravamo presenti al congresso del Partito Autonomista Trentino Tirolese, invitati ufficialmente insieme ai partiti autonomisti di tutto l’arco alpino. Non abbiamo perso l’occasione per chiedere a tutti il sostegno alla nostra battaglia per l’elettività e l’autonomia per la Provincia di Belluno, raccogliendo consensi e appoggio. Lo ribadiamo: dopo l’incontro di Roma, attendiamo con curiosità la votazione al Senato sul passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia, dopodichè aspettiamo notizia concrete sul rispetto dell’accordo. Se entro maggio non si saranno fatti passi in avanti, torneremo nuovamente nella capitale a bussare alla porta del Partito Democratico e del suo vicesegretario Lorenzo Guerini per chiedere conto di quanto fatto e – soprattutto – non fatto”

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