Economia e società

Da Eataly la Save Bag per gli avanzi

Oscar Farinetti, di Eataly, lancia l’idea di una Save Bag per portarsi a casa gli avanzi dai suoi ristoranti.

Sprechi alimentari addio: il boss di Eataly, Oscar Farinetti, ha annunciato che tutti i locali della sua catena saranno dotati della Cuki Save Bag per portarsi a casa gli avanzi. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Carlo Bertolino (Direttore Marketing e Comunicazione di Cuki), Marco Lucchini (Direttore generale di Banco Alimentare) e Maria Chiara Gadda (prima firmataria delle legge antispreco approvata lo scorso 2 agosto).

Combattere lo spreco alimentare significa capire il valore del cibo non solo nell’ambito domestico, ma anche al ristorante: con Save Bag è più semplice portare a casa ciò che non si è consumato per condividerlo con altri in un secondo momento.

Se hai gli occhi più grandi della pancia usa la testa: è questa l’anima del progetto Save Bag, realizzato da Cuki in collaborazione con Fondazione Banco Alimentare Onlus in occasione di Terra Madre Salone del Gusto di Torino, che ottiene un impulso significativo dalla decisione della catena di Farinetti.

È un’ulteriore importante collaborazione tra Cuki ed Eataly, che intende superare il muro dell’imbarazzo e diffondere l’abitudine, consolidata nel mondo anglosassone, di richiedere al ristoratore l’asporto a casa delle portate non completamente consumate.

Il Progetto Save Bag intende contribuire alla diffusione di buone abitudini fuori casa che possano generare un circolo virtuoso anche nei consumi domestici. Nel settore della ristorazione, sia commerciale sia collettiva, si stima che il valore annuo dello spreco alimentare si aggiri intorno ai 2,6 miliardi di euro. 

Cuki da tempo è impegnata nell’attività di responsabilità sociale, offrendo i propri contenitori per la protezione, trasporto e conservazione degli alimenti a sostegno del Progetto Siticibo del Banco Alimentare: con il progetto Cuki Save the Food in 5 anni sono state recuperate di 2,5 milioni di porzioni di cibo cucinato non consumato dalle mense aziendali, scolastiche e ospedaliere, unitamente ad alimenti freschi, frutta e pane, destinate agli enti caritativi impegnati a offrire pasti agli indigenti.

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