Cultura e Spettacolo

Cerimonia inaugurale dei 500 anni del Ghetto di Venezia

Ghetto di Venezia: cerimonia inaugurale dei 500 anni e concerto al Teatro La Fenice

Il Ghetto di Venezia, il più antico quartiere ebraico del mondo, venne istituito cinquecento anni fa sotto il dogado di Leonardo Loredan e proprio il 29 marzo 2016 alle ore 19.00, nel cinquecentesimo anniversario della sua costituzione il Teatro La Fenice intende commemorarlo ospitando una cerimonia e un concerto in collaborazione con il Comitato «I 500 anni del Ghetto di Venezia», insieme alla Comunità Ebraica di Venezia, all’Unione Comunità ebraiche italiane, al World Jewish Congress e all’Association européenne pour la préservation et la valorisation de la culture et du patrimonie juifs. La serata sarà introdotta dalla prolusione di Simon Schama. Seguirà il concerto dell’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Omer Meir Wellber, che guiderà la compagine nell’esecuzione della Prima Sinfonia in re maggiore Titano di Gustav Maher.
Composta fra il 1885 e il 1888, la Prima Sinfonia di Gustav Mahler fu eseguita per la prima volta nel 1889 a Budapest in una versione in cinque movimenti intitolata Sinfonische Dichtung (poema sinfonico); una seconda versione, intitolata Titan, eine Tondichtung in Symphonieform (Titano, un poema sinfonico in forma di sinfonia) fu eseguita ad Amburgo nel 1893. Per un’ulteriore esecuzione a Berlino nel 1896 il secondo movimento fu eliminato, scomparvero le indicazioni sul programma e i quattro movimenti rimasti assunsero il titolo di Sinfonia in re maggiore. Infine Mahler la diede alle stampe con ulteriori ritocchi nel 1899 e, in versione definitiva, nel 1906. Al di là del titolo Titano, ripreso da un romanzo di Jean Paul Richter, le esitazioni terminologiche di Mahler rivelano l’inquieta ricerca di una definizione pertinente per il suo primo lavoro sinfonico, che fu poi trovata caricando il termine ‘sinfonia’ di molti nuovi significati. In essa alcuni dei caratteri essenziali del mondo mahleriano appaiono già nettamente individuati, dalla concezione della musica come «suono della natura» al fondamentale rapporto con la sorgiva freschezza del Lied, dall’anelito alla totalità all’eloquenza di vocaboli attinti a dimensioni stilistiche diverse, all’inevitabilità strutturale di dolorose e insanabili lacerazioni.

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