Cultura e Spettacolo

In Cina c’è la politica del “cane unico”

In Cina troppi cani sono lasciati a se stessi e così gli irresponsabili padroni che non rispondono delle loro azioni non potranno averne più di uno a testa.

Troppi cani, spesso pericolosi e, soprattutto, con padroni distratti. Così in una città della Cina si è deciso di adottare delle misure restrittive di un certo livello… e di una certa tradizione: la politica del “cane unico”. Succede a Qingdao, nella provincia dello Shandong: una severissima direttiva vieta a ciascuna persona di possedere più di un cane da compagnia, accludendo inoltre una lista delle 40 razze più rischiose (fra cui pitbull e dobermann), il cui possesso è proibito senza deroghe.

I proprietari dovranno registrare il loro cane, con autorizzazione dello Stato, altrimenti rischiano una multa che si aggira sui 250 euro. Chi ne ha più di uno dovrà segnalarli entrambi, dimostrando che è entrato in possesso dell’animale in soprannumero prima della legislazione, mentre chi ne possiede uno che rientra tra le razze pericolose, dovrà dimostrare alle autorità di essere in grado di tenerlo a bada.

Gli amministratori si sono riservati il diritto di valutare il grado di pericolosità dell’esemplare che, se dovesse apparire eccessivo, sarà confiscato. Quindi colui che si trova in possesso di un cane in più, magari nemmeno vaccinato, lo dovrà consegnare ai canili municipali, oppure trasferirlo in qualche provincia dove le leggi siano più morbide rispetto a Qingdao.

All’origine dell’iniziativa i troppi incidenti verificatisi negli ultimi tempi, con tanto di feriti e cani non identificati. Serve il pugno duro, e gli utenti dei social network danno il loro consenso, augurandosi che i padroni diventino più responsabili e senza mettere in discussione la blacklist delle razze pericolose. Il tutto in un Paese, dove si stima che gli animali da compagnia dichiarati (per cui chissà quanti sono davvero) tocca quote altissime: circa 100 milioni, di cui il 62% sono cani e il 19% gatti.

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